Cari studenti delle
superiori del ventunesimo secolo,
la settimana prossima
comincerà un nuovo semestre e mi sento costretta a chiedervi scusa.
Nonostante tutti i
nostri sforzi, noi insegnanti non siamo riusciti a persuadere quelli che hanno il
potere politico a cambiare il nostro sistema educativo. A quanto sembra, non
siamo capaci di convincere il nostro premier che investire sulla vostra
istruzione andrebbe a vantaggio di tutti noi e non inquinerebbe né l’acqua né
l’aria.
Perciò, finché i
vostri bisogni educativi non prevarranno su quelli delle multinazionali straniere, vi prego
di accettare le mie scuse.
Mi dispiace che
dobbiate venire a scuola così presto la mattina, anche se varie ricerche nel campo
delle neuroscienze hanno appurato che il cervello degli adolescenti non
funziona in modo ottimale prima delle dieci.
Mi dispiace che
dobbiate chiedermi il permesso di uscire dalla classe per andare a fare pipì anche
se avete già la patente, un lavoro part-time e state prendendo decisioni
importanti per il vostro futuro dopo la scuola.
Mi dispiace che ogni
giorno siate costretti a stare seduti per sei ore anche se molti studi hanno
dimostrato che stare seduti troppo a lungo danneggia sia le capacità cognitive
sia la salute.
Mi dispiace che siate
divisi per età e costretti a procedere attraverso il sistema scolastico con i
vostri coetanei come se l’età anagrafica avesse qualcosa a che vedere con
l’intelletto, la maturità, le competenze o l’abilità.
Mi dispiace che
quelli di voi che incontrano difficoltà a scuola non ricevano il giusto
sostegno perché finanziare i vostri bisogni non è tra le priorità dell’attuale
politica economica.
Mi dispiace che
dobbiate studiare materie che non vi interessano in un’epoca in cui la somma totale
delle conoscenze umane raddoppia ogni dodici mesi.
Mi dispiace che vi
facciano credere che per ottenere il massimo dei voti dovete competere tra voi,
quando i progressi umani sono sempre stati frutto di una collaborazione che
spesso a scuola viene considerata “imbrogliare”.
Mi dispiace che siate
costretti a usare dei libri di testo che contengono informazioni superate e
troviate a scuola tecnologie obsolete della cui manutenzione nessuno si occupa.
Mi dispiace che
quello che chiamano insegnamento personalizzato in realtà non lo sia affatto. L’insegnamento
veramente personalizzato costa troppo, lo capite?
Mi dispiace che sia
improbabile che la Strategia innovativa, la riforma scolastica della British Columbia
tanto strombazzata dal governo attuale, produca cambiamenti significativi a
parte un nuovo modo per calcolare quello che si fa a scuola.
Ma, soprattutto, mi
dispiace che il sistema educativo vi costringa a far parte di un’economia estrattiva
quando il nostro ambiente, senza il quale non ci sarebbe nessuna economia, sta subendo
una crisi climatica che ci imporrà una rapida riconfigurazione di tutto quello
che stiamo facendo in campo sociale, politico ed economico, e per la quale
siamo del tutto impreparati.
Mi dispiace
moltissimo.
Vorrei che la vostra
curiosità non fosse soffocata dal conformismo scolastico.
Vorrei avere una
bacchetta magica per darvi il tipo di scuola in cui ci sono spazi per analizzare ed
esplorare, sperimentare e apprendere in modo diverso.
Vorrei avere il potere
di riaccendere la passione e il desiderio di imparare che leggo nei vostri occhi
prima che entriate a scuola.
Vorrei potervi
aiutare a ricordare che prima di essere studenti eravate scienziati che sperimentavano,
scoprivano, si ponevano domande e facevano collegamenti.
Eravate anche poeti…
vi ricordate quanto divertiva e sorprendeva gli adulti intorno a voi il modo in
cui descrivevate le cose?
Siete nati per
imparare. Non potete non imparare.
Mi dispiace che vi
facciano credere che l’unico apprendimento che conta sia quello che avviene a
scuola. Anzi, poi, solo quello che avviene in classe. E nemmeno conta tutto
quello che si impara in classe: alla fine conta solo quello che troverete nei
test.
Vorrei potervi
portare in altri posti dove il sistema educativo pubblico è una priorità di
politici convinti che la futura società del loro paese dipenderà dalle
caratteristiche del sistema educativo.
In un’epoca in cui la
nostra vita dipende dall’ingegnosità nel risolvere i problemi più difficili, sprechiamo
le potenzialità che ha la nostra mente di trovare soluzioni creative.
L’adolescenza è il periodo in cui gli esseri umani raggiungono il culmine del
loro sviluppo cognitivo. Le prove della vostra capacità di pensare “fuori degli
schemi” e di trovare soluzioni creative sono ovunque intorno a noi.
Vorrei poter mostrare
alle autorità ciò che dovrebbero vedere per rendersi conto di quello che siete
capaci di fare, se solo ve ne dessero la possibilità.
Se solo…
Con sincero affetto.
Un’insegnante
(Traduzione
di Bruna Tortorella)
Lizanne Foster è
un’insegnante canadese e ha scritto questo articolo sul suo blog.