Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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mercoledì 21 ottobre 2015

IL BENE DI TUTTI – Patrizia Malachin


Caro Francesco,
sono sempre più convinta che la vera democrazia non consista nel voto di maggioranza.
E lo sai il perché? Perché il cittadino non dà un voto in piena coscienza e ragionevolezza, dopo un’attenta documentazione dei fatti, un ripercorso di frammenti storico/sociali, una valutazione ampia delle problematiche del Paese, nell'intento di raggiungere il valore massimo della collettività: "il bene di tutti".
Oggi si vota per simpatia e, soprattutto, per alleanze. Ma quanto dura un'alleanza? Poco, assai poco. E' un patto fra contraenti che non ha in sé nessun valore etico, per cui non è basato su intenti benefici comuni con lo scopo di amministrare con saggezza un popolo, ma sottende sempre l'intenzione di soddisfare gli interessi personali e di risaldare il proprio potere politico.
Così succede nelle scuole: non si cerca la soluzione che possa (per quanto possibile) garbare alla "vera maggioranza" degli alunni e dei genitori, cioè tenendo presente le problematiche di tutti. La "falsa maggioranza" impone le sue richieste al resto dell'assemblea con prepotenza, calpestando gli individui più fragili e non vagliando le conseguenze del poi. In quel voto vedono solo se stessi e non il raggiungimento di un livello di scuola più funzionale, accogliente e aperta ai bisogni di tutti. Se questa maggioranza non ottiene ciò che vuole, passa al ricatto e al boicottaggio, mettendo alle strette chiunque debba prendere decisioni.
Patrizia Malachin


mercoledì 25 giugno 2014

ANIMATORI E GUIDE – Mario Lodi (1922-2014)


Noi abbiamo dimostrato abolendo i voti e sostituendo a essi l’interesse reale del bambino, e quindi trasformando noi stessi da maestri-giudici in animatori e guide dei ragazzi, che è possibile strappare dal loro animo la gramigna spirituale dell’invidia e della superbia che producono l’opportunismo e il conformismo in un ambiente autoritario, proprio come avviene dell’operaio che sotto la spinta della necessità si comporta col padrone senza dignità.
Nell’ambito di questi rapporti negativi (ricordi quanto ne discutemmo?) avviene la distruzione, sul piano operativo, dei valori e dei principi: la libertà, la democrazia, il cristianesimo non s’imparano se non si vivono subito fra i banchi della scuola.
Ma questo è pericoloso per il sistema. Nella realtà di un mondo come il nostro che ha sull’altare il dio-lira, chi vuol mantenersi coerente con quei principi finisce presto in rovina. Te lo immagini un padrone che volendo essere cristiano sul serio, dividesse con i suoi operai tutto, grattacapi e utili? Sarebbe probabilmente un uomo amato e ricordato, ma non avrebbe sul piano economico vita lunga. 
Nell’infinita gamma di situazioni umane che il sistema produce, il motivo drammatico dell’inconciliabilità fra il messaggio cristiano e l’impegno sociale con il prossimo è sempre presente per un educatore.

Mario Lodi, Il paese sbagliato. Diario di un’esperienza didattica, Einaudi, Torino 1995, pp.18-21.

mercoledì 11 giugno 2014

ENRICO BERLINGUER A 30 ANNI DALLA MORTE


E' un ritratto sorridente di Enrico Berlinguer di profilo a illustrare il francobollo commemorativo del leader comunista, la cui emissione è in programma per l'11 giugno. Poste Italiane ha diffuso l'immagine il 6 giugno. Il francobollo ha un valore di 70 centesimi ed è autoadesivo. E' stato emesso per celebrare il trentennale della scomparsa del segretario del Pci, nato a Sassari nel 1922 e morto a Padova l'11 giugno del 1984. Il bollettino illustrativo dell'emissione è firmato dai familiari dell'esponente politico: Bianca, Maria, Marco e Laura Berlinguer.

(© Ansa)

lunedì 7 aprile 2014

PAROLE DI SCUOLA - Mariapia Veladiano


Eppure il potere della parola è molto particolare. Perché la parola è affidata alla libertà degli uomini e delle donne che la pronunciano, e che l’ascoltano. E’ un potere «debole» in quanto la parola può essere letta, abbandonata, ignorata. Forte perché la parola può trasformare la vita. E quante ne ha trasformate.
La parola abita le aule di scuola.
Ecco la scelta di mettere al centro le parole. Perché possono essere forti senza essere violente, possono trasformare il mondo, possono ricostituire la fiducia e la giustizia, e mettono in gioco la volontà, l’intelligenza delle donne e degli uomini.
La terra della vita buona è un bel giardino di parole coltivate. Ed è un compito, questo, che oggi è quasi completamente affidato alla scuola. Perché il mondo intorno alla scuola vive una realtà in cui le parole sono dissipate, rovesciate, ossessivamente associate al contrario del loro primo lineare significato, piegate al volere e soprattutto al potere.
E allora resta la scuola, quando le parole si son perse, la scuola ritrova la strada. Qualcuno ha detto tempo fa che la scuola è un potere forte. Vero, ma non nel senso inteso da chi parlava. Potere fortissimo, sì, di dare ai bambini e poi ai cittadini le parole per dirsi, capirsi, difendersi, capire il sopruso e poi lottare contro l’ingiustizia.
Mariapia Veladiano, Parole di scuola, Trento 2014, p. 15-18 passim


venerdì 1 novembre 2013

LA SCUOLA FA BENE ALLA DEMOCRAZIA – Giorgio Napolitano


La scuola, in quanto contribuisce a far crescere una cultura diffusa, fa bene alla democrazia: grazie all'istruzione e alla cultura si diviene persone più tolleranti, più aperte, più sensibili a quei valori di solidarietà cui ci richiama con tanta forza di convinzione e semplicità Papa Francesco.
Anche questa cerimonia ci ha ricordato che la scuola concorre a renderci cittadini migliori. Abbiamo potuto costatare ancora una volta quanto la scuola italiana faccia al di là dell'insegnare le materie obbligatorie: sensibilizza ai temi della legalità, ai valori costituzionali, a valori come quelli di rispetto dell'ambiente e del territorio.
La scuola invita alla correttezza, alla non violenza, al dialogo, all'apertura nei confronti di chi vive in condizioni lontane dalle nostre, nei confronti di chi è diverso. La scuola insegna a vivere in società, a vivere in democrazia, a crescere e ad aprirsi al mondo.
Un'occasione importante per questa apertura al mondo è data dalla presenza di studenti di origine immigrata nelle nostre scuole, perché può sollecitare curiosità per altre vicende storiche e altre realtà, maggiore comprensione per culture e costumi diversi. La scuola deve lasciar entrare il mondo nelle sue aule.
Voi studenti imparate fin da giovani a essere generosi e aperti, e innanzitutto consapevoli di quel che fa dell'Italia un paese straordinario e di quel che ciascuno di noi deve dare oggi a un'Italia in difficoltà.

Giorgio Napolitano, Intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico 2013-2014, Roma, 23 settembre 2013
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