Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli
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giovedì 12 aprile 2018
mercoledì 11 aprile 2018
venerdì 28 ottobre 2016
LA STRADA CON IL CUORE – Carlos Castaneda
Ogni strada è
soltanto una tra un milione di strade possibili.
Perciò dovete
sempre tenere presente che una via è soltanto una via.
Se sentite di
non doverla seguire, non siete obbligati a farlo in nessun caso.
Ogni via è
soltanto una via.
Non è un
affronto a voi stessi o ad altri abbandonarla, se è questo che vi suggerisce il
cuore.
Ma la decisione
di continuare per quella strada, o di lasciarla, non deve essere provocata
dalla paura o dall’ambizione.
Vi avverto:
osservate ogni strada attentamente e con calma.
Provate a
percorrerla tutte le volte che lo ritenete necessario.
Poi rivolgete
una domanda a voi stessi, e soltanto a voi stessi.
Questa strada ha
un cuore?
Tutte le strade
sono eguali. Non conducono in nessun posto.
Ci sono vie che
passano attraverso la boscaglia, o sotto la boscaglia.
Questa strada ha
un cuore? E’ l’unico interrogativo che conta.
Se ce l’ha è una
buona strada. Se non ce l’ha, è da scartare.
Carlos Castaneda, Gli insegnamenti di don Juan
venerdì 8 gennaio 2016
ALLA FINE VERRA’ FUORI - James Hillman (1926-2011)
Una vocazione può
essere rimandata, elusa, a tratti perduta di vista. Oppure può possederci
totalmente. Non importa: alla fine verrà fuori.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano
1997, p. 24.
giovedì 7 gennaio 2016
UNA QUERCIA ENORME SU ESILI SPALLE - James Hillman (1926-2011)
Riguardo ai bambini e
alla loro psicologia, voglio che ci togliamo i paraocchi dell’abitudine. Voglio
che riusciamo a vedere come ciò che fanno e che patiscono i bambini abbia a che
fare con la necessità di trovare un posto alla propria specifica vocazione in
questo mondo.
I bambini cercano di
vivere due vite contemporaneamente, la vita con la quale sono nati e quella del
luogo e delle persone in mezzo a cui sono nati.
L’immagine di un
intero destino sta tutta stipata in una minuscola ghianda, seme di una quercia
enorme su esili spalle. E la sua voce che chiama è forte e insistente e
altrettanto imperiosa delle voci repressive dell’ambiente. La vocazione si
esprime nei capricci e nelle ostinazioni, nelle timidezze e nelle ritrosie che
sembrano volgere il bambino contro il nostro mondo, mentre servono forse a
proteggere il mondo che egli porta con sé e dal quale proviene.
James Hillman, Il codice
dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 29-30.
mercoledì 6 gennaio 2016
COGLIERE I PRIMI SEGNI - James Hillman (1926-2011)
Dobbiamo prestare
particolare attenzione all’infanzia, per cogliere i primi segni della vocazione
all’opera, per afferrare le sue intenzioni e non bloccargli la strada.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano
1997, p. 23.
lunedì 4 gennaio 2016
LA VOCE INTERIORE - Steve Jobs
Non permettete che il
rumore delle opinioni altrui soffochi la vostra voce interiore.
E ciò che più conta: abbiate il coraggio di seguire il vostro
cuore e il vostro intuito che già sanno, in qualche modo, cosa volete diventare
davvero. Tutto il resto è secondario.
Steve Jobs, dal
Discorso
ai laureandi dell'Università di Stanford, giugno 2005.
lunedì 21 dicembre 2015
44. LO SPAZIO DELL'ARIA - Francesco Callegari
Nei
disegni dei bambini, il cielo è spesso rappresentato da una sottile striscia
azzurra, tirata lungo il margine superiore del foglio; la base è invece
occupata dalla linea, altrettanto sottile, della terra o dell’erba.
E in mezzo, tra la
terra e il cielo, cosa c’è, niente? A questa domanda, i bambini vi guardano dapprima
stupiti, poi con indulgenza: in effetti, i grandi non sono mai stati molto
svegli. C’è l’aria! Cosa vuoi che ci sia tra la terra e il cielo?
L’aria, e per
lasciare il maggior spazio possibile all’aria, i bambini segnano appena i
confini, tanto che la terra e il cielo diventano solo una cornice, un
contenitore che serve all’aria per non scappare via. Perché è l’aria il posto
dove avvengono le cose, il luogo degli alberi e delle persone, degli animali e
delle case. Il cielo è troppo lontano, ci vanno al massimo gli uccelli; la
terra è troppo dura, è fatta per i lombrichi.
Tutto avviene nello
spazio dell’aria: sotto il foglio la terra continua, e sopra il foglio continua
il cielo; per quanto avanti non si sa, ma nemmeno è importante saperlo, perché ciò
che conta è tutto qui all’interno del foglio, l’unico posto dove è possibile disegnare
il mondo.
I bambini ci invitano
a usare bene lo spazio dell’aria e anzi ci spingono a estenderlo rendendo
sempre più sottile quello delle cose che non possiamo raggiungere e quello
delle cose che non possiamo cambiare. Lo spazio dell’aria rappresenta il luogo della
vita e degli incontri, ma può diventare per noi anche lo spazio del sogno e
dell’impegno per realizzarlo. L’unico posto dove la nostra ghianda potrà
diventare quercia.
Lo auguro di cuore a tutti voi
e a me stesso.
Buon Natale
Francesco Callegari
mercoledì 16 dicembre 2015
LA VOCAZIONE DI ROBINSON CRUSOE – Daniel Defoe (1660-1731)
Essendo il terzo
della famiglia, e non essendo stato indirizzato a nessuna professione,
cominciai presto ad avere la testa piena di fantastici progetti. Mio padre, che
era ormai anziano, dopo avermi fatto impartire una discreta istruzione, voleva
avviarmi alla professione legale. Ma io non desideravo altro che fare il
marinaio, e questa vocazione mi indusse a contrastare così testardamente la
volontà di mio padre, e le preghiere e i consigli di mia madre e degli amici,
che si sarebbe detto che nella mia indole c’era qualcosa che fatalmente mi
spingeva alla triste esistenza che avrei vissuto.
Daniel Defoe,
Robinson Crusoe, 1719
martedì 15 dicembre 2015
PICCOLE SPINTE - James Hillman (1926-2011)
O forse la chiamata non è stata così
vivida, così netta, ma più simile a piccole spinte verso un determinato
approdo, mentre ci lasciavamo galleggiare nella corrente, pensando ad altro.
Retrospettivamente, sentiamo che era la mano del destino.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano
1997, p. 17.
lunedì 14 dicembre 2015
IL FUOCO NEL CUORE E IL DIAVOLO IN CORPO - Josephine Baker (1906-1975)
E' dunque questo che chiamano vocazione: la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?
Josephine Baker
venerdì 11 dicembre 2015
CON LA FORZA DI UN’ANNUNCIAZIONE - James Hillman (1926-2011)
Tutti, presto o
tardi, abbiamo avuto la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrere una
certa strada. Alcuni di noi questo qualcosa lo ricordano come un momento
preciso dell’infanzia, quando un bisogno pressante e improvviso, una
fascinazione, un curioso insieme di circostanze, ci ha colpiti con la forza di
un’annunciazione.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano
1997, p. 17.
giovedì 10 dicembre 2015
LA TEORIA DELLA GHIANDA - James Hillman (1926-2011)
Questo libro […] vuole rivolgersi piuttosto
alla sensazione che esiste un motivo per cui la mia persona, che è unica e
irripetibile, è al mondo, e che esistono cose alle quali mi devo dedicare al di
là del quotidiano e che al quotidiano conferiscono la sua ragion d’essere; la
sensazione che il mondo, in qualche modo, vuole che io esista, la sensazione
che ciascuno è responsabile di fronte a un’immagine innata, i cui contorni va
riempiendo nella propria biografia.
Questo libro, insomma, ha per argomento
la vocazione, il destino,il carattere, l’immagine innata: le cose che, insieme,
sostanziano la “teoria della ghianda”, l’idea, cioè, che ciascuna persona sia
portatrice di un’unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente
prima di poter essere vissuta.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano
1997, p. 18-19, 21.
mercoledì 9 dicembre 2015
IL CODICE DELL'ANIMA - James Hillman (1926-2011)
"Esiste qualcosa, in ciascuno di
noi, che ci induce a essere in un certo modo, a fare certe scelte, a prendere
certe vie - anche se talvolta simili passaggi possono sembrare casuali o
irragionevoli?
Se esiste, è il 'compagno segreto', ('daimon' lo chiamavano i greci, 'genius' i latini, 'angelo custode' i cristiani) che ciascuno di noi riceve come compagno
prima della nascita, secondo il mito di Er raccontato da Platone. Se esiste, è
ciò che si nasconde dietro parole come "vocazione", "chiamata",
"carattere". Se esiste, è la chiave per leggere il "codice
dell'anima", quella sorta di linguaggio cifrato che ci spinge ad agire ma
che non sempre capiamo.
Dopo anni di indagini sulla psiche, che
hanno fatto di lui l'autore di saggi memorabili come "Il mito dell'analisi"
e "Re-visione della psicologia", James Hillmann ha voluto darci con
questo libro le prove circostanziate dell'esistenza e dei modi di operare del 'daimon'.
Attraverso una profusione di storie
eloquenti e paradigmatiche Hillmann è riuscito a farci capire che se la
psicologia si è dimostrata incapace di spiegare le scelte più profonde che
decidono la vita di tutti noi è proprio perché aveva perso contatto con il 'daimon'.
E soprattutto a farci sentire di nuovo la
presenza di questo compagno segreto dal quale, più che da ogni altro elemento,
la nostra vita dipende."
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano
1997
lunedì 7 settembre 2015
41. LA DOMANDA DELLE ONDE - Francesco Callegari
E’
dunque questo che chiamano vocazione:
la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?
la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?
Josephine Baker
Capita,
scendendo un fiume in canoa, che per imperizia o troppa corrente l’imbarcazione
d’improvviso si capovolga. Non succede spesso, ma quando succede l’unica
certezza è che niente intorno a noi si trovi dove dovrebbe essere.
Negli ultimi tempi, la mia canoa si è rovesciata più di una volta. Io non
sono un canoista provetto, tutt'altro, ma sfido chiunque a rimanere a galla
dopo essere stato sbattuto da onde come quelle che hanno colpito la mia
imbarcazione.
L’ultima ondata, per esempio. Nel corso di un incontro tenuto pochi giorni
fa, Francisco (Paco) Bermudez Hernandez,
fondatore di una scuola libertaria nello Chiapas messicano, di
fronte a una platea di insegnanti ha detto chiaro e tondo che ognuno di noi ha
una missione da compiere nella vita (e già questo mette i brividi), e che la
scuola ha il compito stimolante, ma impegnativo, di accompagnare ciascun ragazzo
e ciascuna ragazza a scoprire la propria vocazione. Se non fa questo, la scuola
ha fallito, perché solo trovando il posto che è il suo, la persona potrà
realizzarsi, e quindi essere felice, all’interno del progetto che guida tutto
l’Universo. Per senso della misura, ma anche per la profonda consapevolezza
della propria funzione, in quella scuola gli insegnanti sono chiamati “accompagnatori”.
Ciascun allievo percorrerà la propria strada con la velocità e i mezzi che ha a
disposizione, ma l'obiettivo per tutti sarà quello di dare il proprio
contributo al fine di realizzare l'armonia dell'Universo attraverso l'amore e il
rispetto. Questo è ciò che si vive nella scuola di Paco, la scuola YirTrak, che
significa “girare per trascendere”[1]. Un po’ come
succede alla nostra canoa.
La domanda della prima onda è “Verso
dove stai camminando?”
L’altra onda è venuta da un libro dell’analista americano James Hillman
(1926-2011), dove si propone la “teoria della ghianda”, vale a dire l’idea che
ciascuna persona è portatrice di una unicità che chiede di essere vissuta e che
già è presente prima di poter essere vissuta, come una ghianda contiene in sé
la quercia che sarà. Verrebbe semplicisticamente da pensare a una passiva
predestinazione, ma ciò che Hillman vuole mettere in risalto è invece l’aspetto
attivo della “vocazione”, quel mistero fondamentale che sta al centro di ogni
vita umana. Ciascuno di noi è unico, ha un talento: scoprirlo e nutrirlo ogni
giorno è ciò che dà un senso al nostro essere nel mondo e ciò da cui dipendono
il nostro equilibrio e la nostra felicità. Hillman non cerca tanto la ragione
per cui vivere, quanto piuttosto il motivo per cui la mia persona, che è unica
e irripetibile, è al mondo[2].
La domanda della seconda onda è: “A cosa
sei destinato?”
La capovolta più sconcertante è stata però causata da un pensatore
francese, René Guénon (1886-1951): difficile da cavalcare l’onda generata da
idee che si discostano molto dal tranquillo pensare comune, e insidiosa la
corrente sospinta dal vento che proviene dalle altezze di quello che è chiamato
pensiero Tradizionale. Guénon ci ricorda come secondo l’attuale concezione
occidentale, un uomo possa dedicarsi a una professione qualsiasi, e anche
cambiarla a suo piacimento, come se questa professione fosse qualcosa di
puramente esteriore a lui, senza alcun reale legame con ciò che egli veramente
è, cioè con ciò che lo fa essere se stesso e non un altro. “Nella concezione Tradizionale,
al contrario, ciascuno deve normalmente svolgere la funzione cui è destinato
dalla sua stessa natura, con le attitudini che questa essenzialmente implica; e
non può svolgerne un’altra, senza che ciò rappresenti un grave disordine che
avrà una ripercussione su tutta l’organizzazione sociale di cui egli fa parte”.
E ancora “Secondo la concezione Tradizionale, sono le qualità essenziali degli
esseri a determinare la loro attività; nella concezione profana, invece, queste
qualità non contano, e gli individui non sono considerati altro che come
«unità» intercambiabili e puramente numeriche”[3].
La domanda della terza onda è “Sei al tuo
posto?”
Tre onde diverse, ma strettamente legate, pronte a confondere e destabilizzare.
Tre domande, che partono da lontano e che ancor oggi interrogano l’essere nel senso
più radicale, quello dell’esistenza stessa.
Lo scivolare sulle acque del fiume è messo a dura prova: molte sono le
domande che queste e altre onde ci pongono. Quando per esempio affermiamo che è
l’allievo a essere posto al centro dell’azione educativa, intendiamo operare per accompagnarlo
a scoprire e valorizzare la sua vocazione profonda oppure intendiamo fornirgli gli
strumenti per integrarsi efficacemente nella società attuale? Non è la stessa
cosa. Se riteniamo prioritaria l’integrazione all’interno di questa società in
veloce cambiamento, daremo grande valore alle competenze che gli allievi
dovranno dimostrare di avere acquisito al termine dei cicli scolastici. Ma se
per centralità della persona intendiamo ciò che le onde ci hanno suggerito, allora
ci assale lo sgomento, perché tutto lo sforzo che abbiamo fatto per abituarci a
navigare in un oceano di incertezze fra alcuni arcipelaghi di certezze[4], si
annulla nella nuova consapevolezza che la salvezza sta nella capacità del
singolo di ritrovare quei perduti parametri esistenziali basati su valori che
poco hanno a che vedere con tutto ciò che noi chiamiamo “progresso”.
A questo punto, la domanda delle onde è “Quale educazione?”
Buon
anno scolastico.
16
settembre 2015
Francesco Callegari
dirigente scolastico
[1]
Francisco
(Paco) Bermudez Hernandez, fondatore
del progetto educativo Yirtrak in Chiapas Messico.
[3]
René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei
Tempi, Parigi 1945, ed. it. Adelphi, Milano 1982, p. 61.
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