Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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venerdì 28 ottobre 2016

LA STRADA CON IL CUORE – Carlos Castaneda


Ogni strada è soltanto una tra un milione di strade possibili.
Perciò dovete sempre tenere presente che una via è soltanto una via.
Se sentite di non doverla seguire, non siete obbligati a farlo in nessun caso.
Ogni via è soltanto una via.
Non è un affronto a voi stessi o ad altri abbandonarla, se è questo che vi suggerisce il cuore.

Ma la decisione di continuare per quella strada, o di lasciarla, non deve essere provocata dalla paura o dall’ambizione.
Vi avverto: osservate ogni strada attentamente e con calma.
Provate a percorrerla tutte le volte che lo ritenete necessario.
Poi rivolgete una domanda a voi stessi, e soltanto a voi stessi.
Questa strada ha un cuore?

Tutte le strade sono eguali. Non conducono in nessun posto.
Ci sono vie che passano attraverso la boscaglia, o sotto la boscaglia.
Questa strada ha un cuore? E’ l’unico interrogativo che conta.
Se ce l’ha è una buona strada. Se non ce l’ha, è da scartare.

Carlos Castaneda, Gli insegnamenti di don Juan


venerdì 8 gennaio 2016

ALLA FINE VERRA’ FUORI - James Hillman (1926-2011)

Una vocazione può essere rimandata, elusa, a tratti perduta di vista. Oppure può possederci totalmente. Non importa: alla fine verrà fuori.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 24.


giovedì 7 gennaio 2016

UNA QUERCIA ENORME SU ESILI SPALLE - James Hillman (1926-2011)


Riguardo ai bambini e alla loro psicologia, voglio che ci togliamo i paraocchi dell’abitudine. Voglio che riusciamo a vedere come ciò che fanno e che patiscono i bambini abbia a che fare con la necessità di trovare un posto alla propria specifica vocazione in questo mondo.
I bambini cercano di vivere due vite contemporaneamente, la vita con la quale sono nati e quella del luogo e delle persone in mezzo a cui sono nati.
L’immagine di un intero destino sta tutta stipata in una minuscola ghianda, seme di una quercia enorme su esili spalle. E la sua voce che chiama è forte e insistente e altrettanto imperiosa delle voci repressive dell’ambiente. La vocazione si esprime nei capricci e nelle ostinazioni, nelle timidezze e nelle ritrosie che sembrano volgere il bambino contro il nostro mondo, mentre servono forse a proteggere il mondo che egli porta con sé e dal quale proviene.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 29-30.


mercoledì 6 gennaio 2016

COGLIERE I PRIMI SEGNI - James Hillman (1926-2011)


Dobbiamo prestare particolare attenzione all’infanzia, per cogliere i primi segni della vocazione all’opera, per afferrare le sue intenzioni e non bloccargli la strada.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 23.


lunedì 4 gennaio 2016

LA VOCE INTERIORE - Steve Jobs


Non permettete che il rumore delle opinioni altrui soffochi la vostra voce interiore.
E ciò che più conta: abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e il vostro intuito che già sanno, in qualche modo, cosa volete diventare davvero. Tutto il resto è secondario.
Steve Jobs, dal Discorso ai laureandi dell'Università di Stanford, giugno 2005.


lunedì 21 dicembre 2015

44. LO SPAZIO DELL'ARIA - Francesco Callegari


Nei disegni dei bambini, il cielo è spesso rappresentato da una sottile striscia azzurra, tirata lungo il margine superiore del foglio; la base è invece occupata dalla linea, altrettanto sottile, della terra o dell’erba.
E in mezzo, tra la terra e il cielo, cosa c’è, niente? A questa domanda, i bambini vi guardano dapprima stupiti, poi con indulgenza: in effetti, i grandi non sono mai stati molto svegli. C’è l’aria! Cosa vuoi che ci sia tra la terra e il cielo?
L’aria, e per lasciare il maggior spazio possibile all’aria, i bambini segnano appena i confini, tanto che la terra e il cielo diventano solo una cornice, un contenitore che serve all’aria per non scappare via. Perché è l’aria il posto dove avvengono le cose, il luogo degli alberi e delle persone, degli animali e delle case. Il cielo è troppo lontano, ci vanno al massimo gli uccelli; la terra è troppo dura, è fatta per i lombrichi.
Tutto avviene nello spazio dell’aria: sotto il foglio la terra continua, e sopra il foglio continua il cielo; per quanto avanti non si sa, ma nemmeno è importante saperlo, perché ciò che conta è tutto qui all’interno del foglio, l’unico posto dove è possibile disegnare il mondo.
I bambini ci invitano a usare bene lo spazio dell’aria e anzi ci spingono a estenderlo rendendo sempre più sottile quello delle cose che non possiamo raggiungere e quello delle cose che non possiamo cambiare. Lo spazio dell’aria rappresenta il luogo della vita e degli incontri, ma può diventare per noi anche lo spazio del sogno e dell’impegno per realizzarlo. L’unico posto dove la nostra ghianda potrà diventare quercia.
Lo auguro di cuore a tutti voi e a me stesso.

Buon Natale
Francesco Callegari


mercoledì 16 dicembre 2015

LA VOCAZIONE DI ROBINSON CRUSOE – Daniel Defoe (1660-1731)



Essendo il terzo della famiglia, e non essendo stato indirizzato a nessuna professione, cominciai presto ad avere la testa piena di fantastici progetti. Mio padre, che era ormai anziano, dopo avermi fatto impartire una discreta istruzione, voleva avviarmi alla professione legale. Ma io non desideravo altro che fare il marinaio, e questa vocazione mi indusse a contrastare così testardamente la volontà di mio padre, e le preghiere e i consigli di mia madre e degli amici, che si sarebbe detto che nella mia indole c’era qualcosa che fatalmente mi spingeva alla triste esistenza che avrei vissuto.
Daniel Defoe, Robinson Crusoe, 1719


martedì 15 dicembre 2015

PICCOLE SPINTE - James Hillman (1926-2011)

O forse la chiamata non è stata così vivida, così netta, ma più simile a piccole spinte verso un determinato approdo, mentre ci lasciavamo galleggiare nella corrente, pensando ad altro. Retrospettivamente, sentiamo che era la mano del destino.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 17.


lunedì 14 dicembre 2015

IL FUOCO NEL CUORE E IL DIAVOLO IN CORPO - Josephine Baker (1906-1975)


E' dunque questo che chiamano vocazione: la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?

Josephine Baker

venerdì 11 dicembre 2015

CON LA FORZA DI UN’ANNUNCIAZIONE - James Hillman (1926-2011)


Tutti, presto o tardi, abbiamo avuto la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrere una certa strada. Alcuni di noi questo qualcosa lo ricordano come un momento preciso dell’infanzia, quando un bisogno pressante e improvviso, una fascinazione, un curioso insieme di circostanze, ci ha colpiti con la forza di un’annunciazione.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 17.


giovedì 10 dicembre 2015

LA TEORIA DELLA GHIANDA - James Hillman (1926-2011)


Questo libro […] vuole rivolgersi piuttosto alla sensazione che esiste un motivo per cui la mia persona, che è unica e irripetibile, è al mondo, e che esistono cose alle quali mi devo dedicare al di là del quotidiano e che al quotidiano conferiscono la sua ragion d’essere; la sensazione che il mondo, in qualche modo, vuole che io esista, la sensazione che ciascuno è responsabile di fronte a un’immagine innata, i cui contorni va riempiendo nella propria biografia.
Questo libro, insomma, ha per argomento la vocazione, il destino,il carattere, l’immagine innata: le cose che, insieme, sostanziano la “teoria della ghianda”, l’idea, cioè, che ciascuna persona sia portatrice di un’unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente prima di poter essere vissuta.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 18-19, 21.


mercoledì 9 dicembre 2015

IL CODICE DELL'ANIMA - James Hillman (1926-2011)


"Esiste qualcosa, in ciascuno di noi, che ci induce a essere in un certo modo, a fare certe scelte, a prendere certe vie - anche se talvolta simili passaggi possono sembrare casuali o irragionevoli?
Se esiste, è il 'compagno segreto', ('daimon' lo chiamavano i greci, 'genius' i latini, 'angelo custode' i cristiani) che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita, secondo il mito di Er raccontato da Platone. Se esiste, è ciò che si nasconde dietro parole come "vocazione", "chiamata", "carattere". Se esiste, è la chiave per leggere il "codice dell'anima", quella sorta di linguaggio cifrato che ci spinge ad agire ma che non sempre capiamo.
Dopo anni di indagini sulla psiche, che hanno fatto di lui l'autore di saggi memorabili come "Il mito dell'analisi" e "Re-visione della psicologia", James Hillmann ha voluto darci con questo libro le prove circostanziate dell'esistenza e dei modi di operare del 'daimon'.
Attraverso una profusione di storie eloquenti e paradigmatiche Hillmann è riuscito a farci capire che se la psicologia si è dimostrata incapace di spiegare le scelte più profonde che decidono la vita di tutti noi è proprio perché aveva perso contatto con il 'daimon'.
E soprattutto a farci sentire di nuovo la presenza di questo compagno segreto dal quale, più che da ogni altro elemento, la nostra vita dipende."
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997


lunedì 7 settembre 2015

41. LA DOMANDA DELLE ONDE - Francesco Callegari


E’ dunque questo che chiamano vocazione:
la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?
Josephine Baker
Capita, scendendo un fiume in canoa, che per imperizia o troppa corrente l’imbarcazione d’improvviso si capovolga. Non succede spesso, ma quando succede l’unica certezza è che niente intorno a noi si trovi dove dovrebbe essere.
Negli ultimi tempi, la mia canoa si è rovesciata più di una volta. Io non sono un canoista provetto, tutt'altro, ma sfido chiunque a rimanere a galla dopo essere stato sbattuto da onde come quelle che hanno colpito la mia imbarcazione.
L’ultima ondata, per esempio. Nel corso di un incontro tenuto pochi giorni fa, Francisco (Paco) Bermudez Hernandez, fondatore di una scuola libertaria nello Chiapas messicano, di fronte a una platea di insegnanti ha detto chiaro e tondo che ognuno di noi ha una missione da compiere nella vita (e già questo mette i brividi), e che la scuola ha il compito stimolante, ma impegnativo, di accompagnare ciascun ragazzo e ciascuna ragazza a scoprire la propria vocazione. Se non fa questo, la scuola ha fallito, perché solo trovando il posto che è il suo, la persona potrà realizzarsi, e quindi essere felice, all’interno del progetto che guida tutto l’Universo. Per senso della misura, ma anche per la profonda consapevolezza della propria funzione, in quella scuola gli insegnanti sono chiamati “accompagnatori”. Ciascun allievo percorrerà la propria strada con la velocità e i mezzi che ha a disposizione, ma l'obiettivo per tutti sarà quello di dare il proprio contributo al fine di realizzare l'armonia dell'Universo attraverso l'amore e il rispetto. Questo è ciò che si vive nella scuola di Paco, la scuola YirTrak, che significa “girare per trascendere”[1]. Un po’ come succede alla nostra canoa.
La domanda della prima onda è “Verso dove stai camminando?

L’altra onda è venuta da un libro dell’analista americano James Hillman (1926-2011), dove si propone la “teoria della ghianda”, vale a dire l’idea che ciascuna persona è portatrice di una unicità che chiede di essere vissuta e che già è presente prima di poter essere vissuta, come una ghianda contiene in sé la quercia che sarà. Verrebbe semplicisticamente da pensare a una passiva predestinazione, ma ciò che Hillman vuole mettere in risalto è invece l’aspetto attivo della “vocazione”, quel mistero fondamentale che sta al centro di ogni vita umana. Ciascuno di noi è unico, ha un talento: scoprirlo e nutrirlo ogni giorno è ciò che dà un senso al nostro essere nel mondo e ciò da cui dipendono il nostro equilibrio e la nostra felicità. Hillman non cerca tanto la ragione per cui vivere, quanto piuttosto il motivo per cui la mia persona, che è unica e irripetibile, è al mondo[2].
La domanda della seconda onda è: “A cosa sei destinato?

La capovolta più sconcertante è stata però causata da un pensatore francese, René Guénon (1886-1951): difficile da cavalcare l’onda generata da idee che si discostano molto dal tranquillo pensare comune, e insidiosa la corrente sospinta dal vento che proviene dalle altezze di quello che è chiamato pensiero Tradizionale. Guénon ci ricorda come secondo l’attuale concezione occidentale, un uomo possa dedicarsi a una professione qualsiasi, e anche cambiarla a suo piacimento, come se questa professione fosse qualcosa di puramente esteriore a lui, senza alcun reale legame con ciò che egli veramente è, cioè con ciò che lo fa essere se stesso e non un altro. “Nella concezione Tradizionale, al contrario, ciascuno deve normalmente svolgere la funzione cui è destinato dalla sua stessa natura, con le attitudini che questa essenzialmente implica; e non può svolgerne un’altra, senza che ciò rappresenti un grave disordine che avrà una ripercussione su tutta l’organizzazione sociale di cui egli fa parte”. E ancora “Secondo la concezione Tradizionale, sono le qualità essenziali degli esseri a determinare la loro attività; nella concezione profana, invece, queste qualità non contano, e gli individui non sono considerati altro che come «unità» intercambiabili e puramente numeriche”[3].
La domanda della terza onda è “Sei al tuo posto?

Tre onde diverse, ma strettamente legate, pronte a confondere e destabilizzare. Tre domande, che partono da lontano e che ancor oggi interrogano l’essere nel senso più radicale, quello dell’esistenza stessa.
Lo scivolare sulle acque del fiume è messo a dura prova: molte sono le domande che queste e altre onde ci pongono. Quando per esempio affermiamo che è l’allievo a essere posto al centro dell’azione educativa, intendiamo operare per accompagnarlo a scoprire e valorizzare la sua vocazione profonda oppure intendiamo fornirgli gli strumenti per integrarsi efficacemente nella società attuale? Non è la stessa cosa. Se riteniamo prioritaria l’integrazione all’interno di questa società in veloce cambiamento, daremo grande valore alle competenze che gli allievi dovranno dimostrare di avere acquisito al termine dei cicli scolastici. Ma se per centralità della persona intendiamo ciò che le onde ci hanno suggerito, allora ci assale lo sgomento, perché tutto lo sforzo che abbiamo fatto per abituarci a navigare in un oceano di incertezze fra alcuni arcipelaghi di certezze[4], si annulla nella nuova consapevolezza che la salvezza sta nella capacità del singolo di ritrovare quei perduti parametri esistenziali basati su valori che poco hanno a che vedere con tutto ciò che noi chiamiamo “progresso”.  
A questo punto, la domanda delle onde è “Quale educazione?

Buon anno scolastico.
16 settembre 2015                   
Francesco Callegari
dirigente scolastico




[1] Francisco (Paco) Bermudez Hernandez, fondatore del progetto educativo Yirtrak in Chiapas Messico.
[2] James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997.
[3] René GuénonIl Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, Parigi 1945, ed. it. Adelphi, Milano 1982, p. 61.
[4] Edgar Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, 2001.
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