Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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sabato 12 marzo 2016

FAMMIFAMIGLIA – Cristina Bellemo


Fammifamiglia è una parola magica che ha la musica dentro. La musica dell’essere insieme, del sentirsi inclusi, appartenenti, accolti e accoglienti delle differenze.
Questo libro raccoglie tanti testi diversi, storie, filastrocche, poesie, per raccontare le diverse sfaccettature, come in un caleidoscopio, di una storia di adozione, ma più largamente di una storia del prendersi cura, e del prendersi a cuore.
Narrazioni tenute insieme dal filo dell’amore, lungo il quale, come nodi intrecciati a rafforzare, si rintracciano parole chiave, ricorrenti nel narrare l’esperienza dell’«adottarsi»: sogno, odore, attesa, bagaglio, viaggio, raggiungersi, domande…
E, ancora, i frammenti attinti dai dialoghi con genitori e figli adottivi: fortissimi, talvolta quasi scostanti, ci riportano alla concretezza del vissuto, dei corpi, del sudore, delle lacrime, e delle felicità traboccanti.
I disegni di Gioia Marchegiani sono voci ulteriori, sguardi altri e necessari. Un libro aperto e rivolto anche a tutti coloro che non sono genitori adottivi, e che non sono genitori, ma credono che il modo della cura, e del prendersi a cuore, dia forma al nostro essere uomini.

Cristina Bellemo, Fammifamiglia, Prendersi cura e prendersi a cuore, illustrazioni di Gioia Marchegiani, Erickson Live, Trento, novembre 2015.
In collaborazione con l’associazione «Famiglie Adottive dell’Alto Vicentino»  cell. 328/22.73.268 – email: info@fammifamiglia.it – http://www.fammifamiglia.it


sabato 27 febbraio 2016

NOMI – Mariapia Veladiano


Nessun nome nostro è solo nostro.
Alcuni nomi portano naturalmente e con grazia la memoria di un nonno, a volte uno stormo intero di antenati, e insieme l'eredità di un corpo che è stato: gli occhi blu malandrino di un bisavolo, le dita eleganti di una prozia, il ciuffo ostinato di uno zio.
Altri nomi tengono il capo di un filo di storie che non si lasciano dimenticare. Una santa poverella fatta grande dal suo credere e qualcosa di quel mistero sentiamo di portarlo. Oppure un re col suo corteo di guerre, e forse il nostro arco sempre teso è un ricordo del suo combattere. O sono storie di famiglia, un avo impettito nel ritratto della leva, una nonna di cui sappiamo la grafia limpida come la traccia di una cometa, e vien voglia di riordinare il mondo.
Altri nomi ancora portano un dolore dentro e a volte lo curano come un regalo che non si aspetta. Un nostro affetto è partito troppo presto, una vita nuova ci fa rinascere al domani e il nome è il tempo che si mescola all'eterno.
Certo veniamo da lontano e non è strano sentirsi un po' abitati, forse anche accompagnati. Ma quando oggi il nostro nome viene chiamato, siamo noi che rispondiamo.
Ogni nostro nome è solo nostro per quel frammento di eternità nel quale ci appartiene.
Mariapia Veladiano, Ma come tu resisti, vita, p. 98.


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