Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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martedì 14 luglio 2015

IL GRANDE RISVEGLIO – Tiziano Terzani


Occorre perciò un grande sforzo spirituale, un grande ripensamento, un grande risveglio. Che poi ha a che fare con la verità, di cui nessuno più si occupa. 
Lì Gandhi è di nuovo stupendo. Cercava la verità, quello che è dietro a tutto. «Prima credevo che Dio fosse la verità. Ora direi che la verità è Dio.»
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


sabato 11 luglio 2015

LA PARSIMONIA – Tiziano Terzani


Occorrono nuovi modelli di sviluppo. Non solo crescita, ma parsimonia. Vedi, Folco, io dico che bisogna liberarsi dei desideri.
Ma proprio per il perverso sistema del consumismo la nostra vita è tutta centrata su giochi, sport, mangiare, piaceri. Il problema è uscire da questo circolo vizioso: una cosa dopo l’altra dopo l’altra. Porca miseria, questo ti impone dei comportamenti che sono assolutamente assurdi. Tu non vuoi certe cose ma il sistema del consumismo ti convince, ti seduce a volerle. Tutta la tua vita dipende da quel meccanismo.
Se invece cominci a non parteciparvi resistendo, digiunando, allora è come se usassi la non violenza contro la violenza. La violenza che ci fa alla fine? Mica te la possono cacciare in gola, la roba!
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


venerdì 10 luglio 2015

UNA BATTAGLIA PER IL FUTURO – Tiziano Terzani


L’uomo ormai è succube dell’economia. Tutta la sua vita è determinata dall’economia. 
Questa, secondo me, sarà la grande battaglia del futuro: la battaglia contro l’economia che domina le nostre vite, la battaglia per il ritorno a una forma di spiritualità – che puoi chiamare anche religiosità – a cui la gente possa ricorrere. 
Perché è una costante della storia umana, questo voler sapere cosa ci sei a fare al mondo.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


giovedì 9 luglio 2015

PER UN POSTO IN BANCA – Tiziano Terzani


E questa benedetta storia della libertà! Noi oggi ce la siamo ridotta immensamente, tanto che finiamo per vivere solo ai margini della nostra libertà a causa di tutto ciò che è automatico nel nostro modo di pensare, di reagire, di fare le cose.
Questa è la grande tragedia. E le scuole oggi non sono fatte per insegnare ai ragazzi a pensare, sono fatte per insegnare ai ragazzi a sopravvivere, per insegnar loro delle cose con cui poi trovano un posto in banca. E quando ne esci sei condizionato. Ripeti dei modelli prestabiliti. 
Non è che molto facilmente ti inventi qualcosa.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


mercoledì 8 luglio 2015

E SAN FRANCESCO? – Tiziano Terzani


E san Francesco? E tutti quegli altri? Tutti matti perché non andavano a fare quello che bisognava fare a quei tempi?
No, no, diversi! Persone che con la loro diversità hanno indicato anche un modo diverso di essere. Pensa, san Francesco, sarà stato simpatico?!
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


martedì 7 luglio 2015

LA LIBERTA’ – Tiziano Terzani


Libertà. Non ce n’è più. Io lo continuo a ripetere: non siamo mai stati così poco liberi, pur nella apparente enorme libertà di comprare, di scopare, di scegliere fra i vari dentifrici, fra le quarantamila automobili, fra i telefonini che fanno anche la fotografia. Non c’è più la libertà di essere chi sei. Perché tutto è già previsto, tutto è già incanalato e uscirne non è facile, crea conflitti.
Quanta gente viene rigettata dal sistema, viene emarginata perché non rientra nel modello? Facesse invece delle altre cose! Ma non c’è altro, c’è solo una spinta verso il mercato.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


sabato 4 luglio 2015

IL VALORE DELLA NON VIOLENZA – Tiziano Terzani


L’educazione dovrebbe cominciare con l’insegnare il valore della non violenza, che ha a che fare poi con tutto: con l’essere vegetariani, col rispettare il mondo, col pensare che questa terra non te l’han data a te, che è di tutti e tu non puoi impunemente metterti a tagliare e a fare buchi.
Il guaio è, secondo me, che tutto il sistema è fatto in modo che l’uomo, senza neppure accorgersene, comincia sin da bambino a entrare in una mentalità che gli impedisce di pensare qualsiasi altra cosa. Finisce che non c’è nemmeno più bisogno della dittatura ormai, perché la dittatura è quella della scuola, della televisione, di quello che ti insegnano. Spegni la televisione e guadagni la libertà.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


venerdì 3 luglio 2015

CHE TI SI APRA LA MENTE – Tiziano Terzani


Se tu nasci e cresci in una città europea, se vai in quelle scuole occidentali dove la prima cosa che devi fare è competere con il tuo compagno di banco per ridurlo a un imbecille, così che tu sia il primo della classe, come vuoi poi crescere con una grande apertura mentale?
Se sei spinto a studiare non per capire la vita, ma per avere un mestiere, per guadagnare dei soldi, è molto difficile che ti si apra la mente.

Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.

giovedì 2 luglio 2015

L’ORSIGNA – Tiziano Terzani



Allora io avevo qui la mia seconda patria che ha rappresentato, me ne rendo conto ora, la magia nella mia vita. Perché questo posto è misterioso, è una valle chiusa che non va da nessuna parte, con una storia di grande povertà. La gente viveva in case fatte di pietre, con finestre piccolissime perché non entrasse il freddo, molte erano addirittura senza camino. Quello che ci ha venduto la terra era un uomo straordinario che stava con la moglie, di cui dicevano che era una strega, in una stanza dalle pareti nere di fumo.
Così viveva la gente. Viveva di castagne, di funghi e del granturco che coltivavano, però erano tutti poeti. Prima di tutto perché erano pastori, gente che con un filo d’erba in bocca stava in cima a una montagna a guardare il gregge e a pensare alla vita, a Dio, alla natura.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


martedì 30 giugno 2015

A VEDERE LE LUCCIOLE – Tiziano Terzani


Viviamo vite troppo di corsa, troppo piene di stimoli, continuamente distratti dal lavoro, dal telefono, la televisione, i giornali, da quelli che ci vengono a trovare. Siamo sempre di corsa, sempre di corsa, non ci fermiamo. Chi si prende più degli spazi vuoti, del tempo per il silenzio? La sera al bambino gli danno da mangiare, lo mettono un po’ davanti alla televisione e poi a letto, perché questi vogliono vedere un film, quelli vogliono andare dagli amici.
Sarebbe così semplice dire «Fermi tutti. Stasera si va a vedere le lucciole!»
Non è così complicato, non è una congiura, siamo noi a metterci nei guai. Capisco la congiura del consumismo, che è una macchina che ti fagocita, ma qui non c’è nessuna congiura. Sei tu, tu che puoi scegliere se andare in pizzeria o se portare il bambino a vedere le lucciole. 
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


martedì 16 giugno 2015

L’ORGANIZZAZIONE – Tiziano Terzani


È la cosa più disorganizzata, più informale, più inesistente che ci sia, che però attraverso strane vie lega tutta una serie di persone a delle stesse idee, delle stesse intenzioni, delle stesse aspirazioni. E questo mi pareva coincidere anche con la mia congiura dei poeti. Un gesto, un darsi la mano in un certo modo, una sorta di mistica massoneria, nel mondo dei giovani in particolare, in cui in qualche modo si trovano nuove vie o si sente che c’è qualcosa di nuovo nell’aria.

Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.

giovedì 11 giugno 2015

LA VERA COMPRENSIONE – Tiziano Terzani


La vera comprensione è quella che va al di là della ragione e che si fonda sull’istinto, sul cuore. Questo cuore noi ce lo siamo dimenticati. Lo prendiamo per una roba che levi, che rimetti, che sostituisci con una pompa. Invece è uno strumento incredibile di comprensione.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


mercoledì 10 giugno 2015

LA MEDITAZIONE – Tiziano Terzani


Io non sono riuscito a diventare un meditatore, riesco a star seduto per mezz’ora, un’ora, a fare il piano della giornata, a fare un po’ di silenzio intorno a me, ad acquietare la mente. Ma non sono un meditatore.
Innanzitutto la meditazione è una cosa inconscia. Non è che tu ti metti lì e dici «Ora medito!» Perché, come diceva Coleman «Ho visto tante galline star sedute ore e ore sulle uova, ma non ne ho vista una diventare illuminata».
Il problema non è stare seduto lì, il problema è entrare, inconsciamente proprio, per spinta interiore, in una dimensione in cui senti che le cose non sono come appaiono, che c’è un altro livello. E questo è quello che ti consola, che ti tira su, a cui ricorri, a cui puoi tornare.
E solo concentrandoti e lasciando fuori tutto quello che è fuori... Tutto quello che è fuori lo lasci fuori da te, fuori, fuori, fuori – i rumori, gli uccellini, le passioni, le delusioni – fuori, fuori. E rimane questo nucleo vuoto, se vuoi, che sei tu . O almeno, non il tu Folco, ma quel tu che è parte di questa cosa che non è nemmeno l’umanità, è il cosmo. E quando incominci a vederle così, le cose cambiano.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


martedì 9 giugno 2015

IL POTERE - Tiziano Terzani


Io ho sempre provato una ripulsione per il potere. Forse, nel fondo sono un anarchico, ma a me vedere un presidente, un ministro, un generale, tutti con la loro aria tronfia, tutti con la loro pillola da rivenderti, mi ha sempre fatto ribrezzo. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano. Proprio starne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono, che fioriscono all’idea di essere vicini al Potere, di dare del «tu» al Potere, di andarci a letto col Potere, di andarci a cena col Potere, per trarne lustro, gloria, informazioni magari.
Io questo non l’ho mai fatto. Lo puoi chiamare anche una forma di moralità. Perché il potere corrompe, il potere ti fagocita, il potere ti tira dentro di sé! Capisci? Se ti metti accanto a un candidato alla presidenza in una campagna elettorale, se vai a cena con lui e parli con lui diventi un suo scagnozzo, no? Un suo operatore. Non mi è mai piaciuto.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


venerdì 5 giugno 2015

COS'E' CHE MI DISPERA? - Tiziano Terzani


Cos’è che mi dispera? A me dispera la fine della biodiversità, mi dispera che non ci siano più le mele cotogne. Vogliamo le mele tutte fatte tonde, tutte uguali, tutte lucide, e con questo eliminiamo la diversità che è il fondamento della vita. 
La di- ver- si- tà! Perché secondo me la ricchezza dell’umanità sta nella sua varietà.

Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.

sabato 30 maggio 2015

I LIBRI – Tiziano Terzani

I libri erano i miei migliori compagni di viaggio. Stavano zitti quando volevo che stessero zitti, mi parlavano quando avevo bisogno che mi parlassero. Un compagno di viaggio invece è difficile perché impone la sua presenza, le sue esigenze. Un libro no, tace. Ma è pieno di tante belle cose.

Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.

giovedì 28 maggio 2015

... E METTERTI A RIDERE DEI DESIDERI - Tiziano Terzani


... e metterti a ridere dei desideri che hai, a ridere dei desideri che hai avuto, a ridere nel vedere che questi desideri non servono a niente, che sono effimeri come tutto il resto che è la vita. Così cominci a imparare a toglierteli, a toglierli di mezzo. Compreso quel desiderio ultimo, che tutti hanno, della longevità.

Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.

martedì 26 maggio 2015

UNA STRADA NELLA VITA – Tiziano Terzani


Una strada c’è nella vita, e la cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici «Oh, ma guarda, c’è un filo!» Quando vivi, non lo vedi, il filo, eppure c’è. Perché tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, tu credi, dal tuo libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che innanzitutto è il tuo istinto, e poi forse da qualcosa che i tuoi amici indiani chiamano il karma e con cui spiegano tutto, anche ciò che a noi è inspiegabile.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


lunedì 25 maggio 2015

LA FINE E' IL MIO INIZIO - Tiziano Terzani


Un monaco zen siede nel silenzio della sua cella, prende un pennello e con grande concentrazione fa un cerchio che si chiude, l'ultimo gesto della mano su questa terra.
Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio Folco di cos'è stata la sua vita e di cos'è la vita: «Se hai capito qualcosa la vuoi lasciare lì in un pacchetto», dice.
Così, all'Orsigna, sotto un albero a due passi dalla gompa, la sua casetta in stile tibetano, in uno stato d'animo meraviglioso, racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità. E cercando il senso delle tante cose che ha fatto e delle tante persone che è stato, delinea un affresco delle grandi passioni del proprio tempo. Ai giovani in particolare ricorda l'importanza della fantasia, della curiosità per il diverso e il coraggio di una vita libera, vera, in cui riconoscersi.

Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.

mercoledì 12 marzo 2014

CAMBIARE PER GUARIRE– Tiziano Terzani


La malattia non è mai un fatto oggettivo; è soprattutto un'esperienza personale e come tale è per ognuno di noi diversa. Ogni malattia è il frutto della nostra vita, è la nostra malattia, ed è assurdo non rendersene conto e pensare, come fa la scienza, che basta prendere delle medicine perché quelle mettano obbiettivamente fine a tutti i nostri mali.
Mi piaceva l'idea dei rishi secondo i quali per tenersi in salute bisogna soprattutto fare una vita giusta. Ma noi, siamo pronti a cambiare la nostra vita che nella maggior parte dei casi giusta non è? Cambiare è una delle cose più difficili da fare. Il cambiamento ci fa paura e nessuno vuole davvero correggere il proprio modo di vivere. Per questo siamo più favorevoli alla terapia oggettiva; per questo preferiamo curarci l'asma con l'aerosol, l'allergia con gli antistaminici e il mal di testa con l'aspirina. Questo è molto più facile, e molto più sbrigativo, che mettersi a capire che cosa provoca in noi questi malanni. Se scoprissimo poi che sono dovuti all'abitare in una casa che ci è poco congeniale, alla compagnia di gente insulsa, al mangiare cose sbagliate e al fare un lavoro privo di significato, saremmo disposti a cambiare?
Cambiare, come si fa? Questo senso di impotenza aumenta la nostra predisposizione al mal-essere.
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, p. 452-453


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