Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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martedì 8 dicembre 2015

IL SOGNO DI MARIA - Fabrizio De André



Il sogno di Maria cantato da Guido Maria Grillo
Immagini tratte da "Il vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini

IL SOGNO DI MARIA

Nel grembo umido, scuro del tempio
l'ombra era fredda, gonfia d'incenso;
l'angelo scese, come ogni sera,
ad insegnarmi una nuova preghiera:
poi, d'improvviso, mi sciolse le mani
e le mie braccia divennero ali ,
quando mi chiese "conosci l’estate"
io, per un giorno, per un momento,
corsi a vedere il colore del vento.

Volammo davvero sopra le case
oltre i cancelli, gli orti le strade:
poi scivolammo tra valli fiorite
dove all'ulivo si abbraccia la vite.

Scendemmo là, dove il giorno si perde
a cercarsi, da solo nascosto tra il verde,
e lui parlò come quando si prega,
ed alla fine d'ogni preghiera
contava una vertebra della mia schiena.

(... e l'angelo disse "Non temere, Maria, infatti hai trovato grazia presso
il Signore e per opera Sua concepirai un figlio…")

Le ombre lunghe dei sacerdoti
costrinsero il sogno in un cerchio di voci.
Con le ali di prima pensai di scappare
ma il braccio era nudo e non seppe volare:
poi vidi l'angelo mutarsi in cometa
e i volti severi divennero pietra,
le loro braccia profili di rami,
nei gesti immobili d'un'altra vita
foglie le mani, spine le dita.

Voci di strada, rumori di gente,
mi rubarono al sogno per ridarmi al presente.
Sbiadì l'immagine, stinse il colore,
ma l'eco lontana di brevi parole
ripeteva d'un angelo la strana preghiera
dove forse era sogno ma sonno non era

"lo chiameranno figlio di Dio"
parole confuse nella mia mente,
svanite in un sogno , ma impresse nel ventre.

E la parola ormai sfinita
si sciolse in pianto,
ma la paura dalle labbra 
si raccolse negli occhi
semichiusi nel gesto
d'una quiete apparente
che si consuma nell'attesa
d'uno sguardo indulgente.

E tu, piano, posasti le dita
all'orlo della sua fronte:
i vecchi quando accarezzano
hanno il timore di far troppo forte.

Fabrizio De André, La buona novella, 1970



mercoledì 10 giugno 2015

LA MEDITAZIONE – Tiziano Terzani


Io non sono riuscito a diventare un meditatore, riesco a star seduto per mezz’ora, un’ora, a fare il piano della giornata, a fare un po’ di silenzio intorno a me, ad acquietare la mente. Ma non sono un meditatore.
Innanzitutto la meditazione è una cosa inconscia. Non è che tu ti metti lì e dici «Ora medito!» Perché, come diceva Coleman «Ho visto tante galline star sedute ore e ore sulle uova, ma non ne ho vista una diventare illuminata».
Il problema non è stare seduto lì, il problema è entrare, inconsciamente proprio, per spinta interiore, in una dimensione in cui senti che le cose non sono come appaiono, che c’è un altro livello. E questo è quello che ti consola, che ti tira su, a cui ricorri, a cui puoi tornare.
E solo concentrandoti e lasciando fuori tutto quello che è fuori... Tutto quello che è fuori lo lasci fuori da te, fuori, fuori, fuori – i rumori, gli uccellini, le passioni, le delusioni – fuori, fuori. E rimane questo nucleo vuoto, se vuoi, che sei tu . O almeno, non il tu Folco, ma quel tu che è parte di questa cosa che non è nemmeno l’umanità, è il cosmo. E quando incominci a vederle così, le cose cambiano.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.


domenica 12 gennaio 2014

LA GENTE QUE ME GUSTA - Mario Benedetti (1920-2009)



Mi piacciono le persone che vibrano, quelle che non devi continuamente sollecitare e a cui non devi dire di fare le cose, ma che al contrario sanno quello che c’è da fare e lo fanno.
Mi piacciono le persone che coltivano i loro sogni fino a quando tali sogni diventano realtà.
Mi piacciono le persone capaci di assumersi le conseguenze delle proprie azioni, le persone che rischiano il certo per l’incerto pur di andare dietro a un sogno, le persone che si permettono di fuggire i consigli sensati lasciando la soluzione in mano al nostro padre Dio.
Mi piacciono le persone che sono giuste con gli altri e con loro stesse, le persone che apprezzano il nuovo giorno, le cose buone della loro vita, le persone che vivono ogni ora allegramente facendo del loro meglio, grate di essere vive, di poter regalare sorrisi, di offrire le loro mani e aiutare generosamente, senza aspettarsi nulla in cambio.
Mi piacciono le persone capaci di criticarmi costruttivamente e di fronte, senza ferirmi. Le persone che hanno tatto. Mi piacciono le persone che hanno il senso della giustizia.
Questi io li chiamo “amici”.
Mi piacciono le persone che conoscono l’importanza dell’allegria e la diffondono, le persone che attraverso gli scherzi ci insegnano a prendere la vita con buon umore. Le persone che non dimenticano mai il loro lato bambino.
Mi piacciono le persone che contagiano con la loro allegria.
Mi piacciono le persone sincere e franche, capaci di opporsi con argomenti ragionevoli alle decisioni degli altri.
Mi piacciono le persone fedeli e testarde, che non si arrendono quando si tratta di raggiungere obiettivi e idee.
Mi piacciono le persone di buon senso, che non si vergognano di riconoscere di essersi sbagliate o di non sapere qualcosa. Mi piacciono le persone che, nell’accettare i propri errori, si sforzano di non commetterli più.
Mi piacciono le persone che lottano contro le avversità, le persone che cercano soluzioni.
Mi piacciono le persone che pensano e che meditano. Le persone che danno valore ai propri simili non per il loro aspetto esteriore o secondo gli stereotipi sociali.
Mi piacciono le persone che non giudicano e che non permettono agli altri di giudicare.
Mi piacciono le persone che hanno personalità.
Mi piacciono le persone in grado di capire che l'errore più grande dell'uomo sta nel cercare di tirare fuori dalla testa ciò che non viene dal cuore.
La sensibilità, il coraggio, la solidarietà, la bontà, il rispetto, la tranquillità, i valori, l’allegria, l’umiltà, la fede, la felicità, il tatto, la fiducia, la speranza, la riconoscenza, la sapienza, i sogni, il pentimento e l’amore verso gli altri e verso se stessi, sono cose fondamentali per chiamarsi “persone”.
Con persone come queste mi impegno su qualsiasi cosa per il resto della mia vita, dal momento che, per il semplice fatto di tenerle al mio fianco, mi sento ben ricompensato.
Mario Benedetti

Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, noto come Mario Benedetti (Paso de los Toros, 14 settembre 1920 – Montevideo, 17 maggio 2009), è stato un poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano.

martedì 24 dicembre 2013

AVE MARIA - Fabrizio De Andrè



Immagini tratte dal film "The Nativity Story" diretto da Catherine Hardwicke e scritto da Mike Rich.
Brano tratto dall'Album di Fabrizio De Andrè "La Buona Novella", 1970.


E te ne vai, Maria, fra l'altra gente
che si raccoglie intorno al tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male
nella stagione di essere madre.

Sai che fra un'ora forse piangerai
poi la tua mano nasconderà un sorriso:
gioia e dolore hanno il confine incerto
nella stagione che illumina il viso.

Ave Maria, adesso che sei donna,
ave alle donne come te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore
povero o ricco, umile o Messia.

Femmine un giorno e poi madri per sempre
nella stagione che stagioni non sente.


Fabrizio De Andrè, La buona novella, 1970

sabato 12 ottobre 2013

DEJA' VU - F.C.


Una finestra dischiusa
su colline soffuse
e scopro il senso
della mia presenza
come un dejà-vu
di sicurezza.
Francesco Callegari, Déjà-vu, "Microspecchi", 1981

venerdì 10 maggio 2013

IL COMPITO IMPORTANTE - Siddharth Dhanvant Shanghvi



Qualche mese fa, durante le lunghe piogge di luglio, il tuono mi svegliò dopo mezzanotte. Mi rizzai a sedere sussultando. Ma Krishnan era tranquillo. Nel sonno appariva così fragile, così bello, solo i lampi lo illuminavano per me. C’è solo un compito importante per tutti noi. Gli tirai le lenzuola sul petto e chiusi la finestra. E quel compito è amare onestamente, con cuore attento, lasciando che gli inesplicabili istinti dell’amore prendano il sopravvento su di noi. Mi distesi al suo fianco, sapendo che se non mi fossi risvegliata, il mio lavoro, almeno per questa vita, era fatto.
Siddharth Dhanvant Shanghvi, L’ultima canzone, Milano 2004, p. 279

sabato 29 settembre 2012

lunedì 4 giugno 2012

TU MI HAI FATTO SENZA FINE - Rabindranath Tagore



Mi hai fatto senza fine
questa è la tua volontà.
Questo fragile vaso
continuamente tu vuoti
continuamente tu riempi
di vita sempre nuova.

Questo piccolo flauto di canna
hai portato per valli e colline
attraverso esso hai soffiato
melodie eternamente nuove.

Quando mi sfiorano le tue mani immortali
questo piccolo cuore si perde
in una gioia senza confini
e canta melodie ineffabili.
Su queste piccole mani
scendono i tuoi doni infiniti.
Passano le età, e tu continui a versare,
e ancora c'è spazio da riempire.
Rabindranath Tagore

domenica 13 maggio 2012

RILASSATEVI E MEDITATE - Daniel Goleman



Meditate, dice Daniel Goleman, psicologo e scrittore del Massachusetts. «La meditazione ci aiuta a gestire più efficacemente la nostra reazione allo stress e a riprenderci più in fretta da eventi traumatizzanti. Qui sta la chiave della felicità. In una ricerca, alcune persone con incarichi di lavoro molto stressanti hanno seguito un corso di meditazione per otto settimane e al termine dell’esperimento hanno riferito di sentirsi più felici e di ricordarsi addirittura per quale motivo si appassionavano al loro lavoro. Prima erano troppo stressate per rendersene conto. Anche i principianti possono trarre vantaggio dalla meditazione, ma ci vuol pratica. 
Ho trascorso una serata con Yongey Mingyur Rinpoche, il lama tibetano conosciuto come «l’uomo più felice della terra». Com’è arrivato a tanto? Con l’esercizio costante. Mi sono reso conto che si riprendeva rapidamente da contrasti e dissensi ed è su questa capacità di ripresa che la scienza calcola i parametri della felicità».

Hannah Booth

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