Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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sabato 28 maggio 2016

UNA CENA SPECIALE - Anonimo


Dopo ventun anni di matrimonio, mia moglie mi prese da parte per dirmi qualcosa di importante. Voleva che passassi del tempo con un’altra donna, la portassi al ristorante e poi al cinema. Mia moglie mi disse: “Ti amo, ma so che anche quest’altra donna ti ama, e voglio che tu trascorra del tempo con lei”.
Quest’altra donna era mia madre. Viveva sola da diciannove anni, dopo la morte di mio padre. Per il mio lavoro e per il grande impegno che sono i miei tre figli potevo vederla veramente poco. Così quella stessa sera ho fatto quello che mia moglie voleva. Ho invitato mia madre al ristorante e al cinema.
“Cosa è successo? Sei sicuro che vada tutto bene?”, mi chiese mia madre. “Ho pensato che sarebbe stata una buona idea passare del tempo insieme, solo io e te”, risposi io. Mia madre, al telefono, rimase in silenzio per qualche secondo e poi disse: “Mi farebbe molto piacere!”
Il venerdì successivo sono andato a prenderla a casa. Ero un po’ nervoso, era passato tantissimo tempo. Lei si era fatta i capelli e indossava il vestito del suo venticinquesimo anniversario di matrimonio. Il suo sorriso era raggiante.
“Ho detto alle mie amiche che uscivo con mio figlio, e tutte sono rimaste colpite”, mi ha detto entrando in macchina. “Non vedo l’ora di raccontar loro la nostra serata.”
Siamo andati al ristorante. Un posto non troppo elegante, ma intimo. Ci siamo seduti e le ho dovuto leggere il menù, dato che riusciva a leggere solamente i caratteri più grandi. Appena ho finito di leggere le portate ho girato gli occhi ed ho visto che mi guardava con un sorriso carico di nostalgia: “Quando eri piccolo, ero io che dovevo leggerti il menù”, mi ha detto con semplicità. “Allora, è tempo che tu ti riposi e mi lasci restituire il favore”, ho risposto.
Abbiamo cenato e parlato delle nostre vite. Alla fine abbiamo parlato talmente tanto che ci siamo dimenticati di andare al cinema. Ma, in realtà, non ci è dispiaciuto averlo perso. Quando l’ho riaccompagnata a casa, mi ha detto che voleva uscire di nuovo, ma solo se le promettevo che l’avrei lasciata invitare me la prossima volta. Ho accettato.
“Com’è andato l’appuntamento”, mi chiese mia moglie al rientro a casa. “È andato benissimo, meglio di come avrei immaginato.”
Non sono però stato in grado di mantenere la promessa che le avevo fatto. Infatti, pochi giorni dopo, mia madre morì a causa di un problema cardiaco. È successo tutto così velocemente che nessuno ha potuto aiutarla.
Dopo alcune settimane ho ricevuto una busta con la copia di un conto del ristorante in cui ero stato con mia madre. Insieme alla ricevuta trovai un bigliettino con scritto: “Ho pagato questo conto in anticipo. Non ero sicura che avrei potuto esserci. Ho già pagato per due, per te e per tua moglie. Non sai quanto questa serata abbia significato per me. Ti amo tanto, figlio mio.”


Anonimo

sabato 30 gennaio 2016

SPERANZA – Mariapia Veladiano

C’è qualcuno che mi aspetta.
Una corsa possibile, che potrebbe fare e farà, per venire e insieme resistere, una giornata ancora, tutta nuova, nessun gesto distratto ancora fatto, non una parola sgarbata ancora detta, nessun appuntamento saltato.
Certo non è qui ora. Né lui né lei. Mi rimane il segno di un profilo, visto certamente, l’impronta di una voce sentita un tempo chiara, era una promessa, non sei sola, non lo sei mai stata ma ora lo sai.
Fa la differenza averlo sentito. Poterlo ricordare.
C’è forse un tenere estremo, così timoroso di apparire che non vuole farsi sentire. Ma a me è stato detto.
So che nemmeno il silenzio è un addio. Che l’assenza è un impedimento, suo, o un’incapacità, o un’impossibilità. Ricordo quel che è stato e lo sento parte di me, per sempre dentro come cosa buona.
Vista da sempre. Sono stata vista da sempre. Pensata e voluta e poi desiderata come compimento di una vita amata.
Mi si dimentica, oggi, così penso nel mio bisogno.
Ma una promessa mi è stata fatta. Era qualcuno che le promesse le mantiene. Anche quelle a cui nessuno ha creduto. Ha detto che sarebbe tornato. Ed è tornato.
C’è qualcuno che mi aspetta, oggi. Devo alzarmi, devo andare. Ho promesso. Ricordo bene di aver promesso.
Mariapia Veladiano, Ma come tu resisti, vita, p. 18-19

sabato 18 luglio 2015

MANTENERE LE PROMESSE – Gianrico Carofiglio


Il rimedio all'imprevedibilità della sorte, alla caotica incertezza del futuro è la facoltà di fare e mantenere promesse.
Gianrico Carofiglio, Le perfezioni provvisorie, Sellerio, Palermo 2010.


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