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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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martedì 30 settembre 2014

LA CUSTODIA DEL CREATO – Sorella Natura


I CAMBIAMENTI CLIMATICI
La conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, che si è tenuta nei giorni scorsi all’ONU, è certo un evento positivo, anche se l’assenza di Paesi come la Cina e l’India ne limita fortemente la validità.
Evidenziamo però una forte contraddizione nell’affermazione che dalla crisi economica, mondiale si esce con la ripresa della produzione e dei consumi: quindi producendo più CO2 e pertanto spingendo in avanti i fattori umani che concorrono ai cambiamenti climatici.
Dall’altra parte, si raccomanda di ridurre le emissioni di CO2, quindi ridurre la produzione … è vero che si afferma che le modalità produttive debbono esser migliorate, in modo tale da renderle ecocompatibili ed è vero che scienza e tecnologia hanno fatto e faranno giganteschi passi in avanti in questo settore, ma ciò avviene ed avverrà in tempi lunghi e con costi iniziali molto alti, tanto che Paesi come la Cina e l’India, ma non solo loro, non partecipano a questo sforzo e seguitano ad inseguire gli stili di vita occidentali con modalità produttive fortemente inquinanti.
La questione essenziale è questa: dobbiamo pensare di proseguire, in Occidente, con l’attuale stile di vita: consumistico, anzi sprecone, edonistico e permissivo? Dobbiamo pensare che sia questo lo stile di vita da proporre a tutta l’Umanità?
Per Noi certo no. Occorre dare luogo a una Ecologia Umanistica: Amor Creationis!
Roberto Leoni, Presidente di Sorella Natura
FONTE: Sorella Natura, Assisi


lunedì 16 giugno 2014

DEBITI E CREDITI SCOLASTICI – Maurizio Pallante


L’altro giorno mio figlio è tornato a casa da scuola dicendo che aveva tre debiti. «Figliolo – ho balbettato – e adesso come facciamo a pagarli?»
Debiti e crediti scolastici. Dopo aver colonizzato tutto il territorio dei beni materiali e gran parte del territorio dei servizi, la mercificazione ha inviato le sue avanguardie nel territorio del pensiero. Non penserai più se non in termini quantitativi e con parametri monetari.
Se sai, hai un titolo in più nel tuo portafoglio, che potrai spendere al momento opportuno. Hai fatto un investimento fruttifero nella borsa del sapere. Ma, attenzione, non tutti i titoli hanno lo stesso valore. Alcuni sono più quotati e danno più crediti, altri sono meno quotati e danno meno crediti. Prima d’investire chiedi il prospetto informativo.
Se non sai, hai uno o più debiti da recuperare, che nessuno però verrà mai a esigere. E’ come con le tasse: vige il condono. Tanto, meno sai e meno pensi, meno pensi e più sei plasmabile sulle esigenza della crescita: produrrai sempre più merci per poterne consumare sempre di più, e consumerai sempre più merci per poterne produrre sempre di più, senz’altro orizzonte davanti a te.
Misurare il sapere in debiti e crediti ti farà capire da subito, che nella vita il denaro è la misura di tutto.
Maurizio Pallante, La decrescita felice, Roma, Editori Riuniti, 2005, 11-13 passim


giovedì 9 febbraio 2012

LE COSE CHE SI ROMPONO – Calendario della Decrescita Felice


L’obsolescenza è l'invecchiamento di un oggetto  che lo porta al termine del suo ciclo di vita utile.
L'obsolescenza programmata è la progettazione di un prodotto affinché si rompa o non funzioni più in poco tempo. Ciò si può ottenere costruendo con materiali di qualità inferiore, con difetti appositi, e molto difficile da riparare.
Obsolescenza percepita: è un modo molto più subdolo per costringerci  a comprare un altro prodotto. Rendere prematuramente obsoleto un prodotto che ancora funziona, per immetterne sul mercato dopo poco tempo una nuova versione dotata di maggiori optional, preferibilmente dopo una adeguata campagna pubblicitaria che induca nel consumatore finale l’idea che la sua “vecchia versione” del prodotto sia ormai sorpassata ed inadeguata.
La grande macchina della pubblicità tiene in piedi l'obsolescenza percepita, ovvero ci fa sembrare che ciò che abbiamo sia vecchio e inadeguato, e ci fa sembrare indispensabili cose per noi inutili. Il meccanismo è semplice ci fa sentire inadeguati, dicendoci che non siamo felici perché non abbiamo certe cose.
E' etico, giusto, morale costruire o acquistare cose che si rompono subito o buttare cose ancora utilizzabili?
Direi proprio di no! Per costruire quelle cose abbiamo consumato risorse, abbiamo costretto persone, probabilmente nel terzo mondo a rinunciare alla propria felicità, sfruttandole nelle fabbriche, abbiamo consumato energie non rinnovabili, abbiamo intasato le strade per trasportarle, abbiamo inquinato per produrle e trasportarle. Abbiamo costretto i nostri amici e vicini a lavorare per vendercele. Dopo un istante effimero e falso di soddisfazione, le abbiamo tenute per un po’ e poi le abbiamo buttate!
Se le cose non si rompessero, o non le buttassimo perché la pubblicità ce le fa sembrare vecchie, ci servirebbero molti meno soldi, quindi dovremmo lavorare meno e avremmo più tempo per fare ciò che ci rende felici. 

mercoledì 8 febbraio 2012

LA DECRESCITA FELICE - Maurizio Pallante


La decrescita è elogio dell’ozio, della lentezza e della durata; rispetto del passato; consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione; indifferenza alle mode e all’effimero; attingere al sapere della tradizione; non identificare il nuovo col meglio, il vecchio col sorpassato, il progresso con una sequenza di cesure, la conservazione con la chiusura mentale; non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma l’uso; distinguere la qualità dalla quantità; desiderare la gioia e non il divertimento; valorizzare la dimensione spirituale e affettiva; collaborare invece di competere; sostituire il fare finalizzato a fare sempre di più con un fare bene finalizzato alla contemplazione.
La decrescita è la possibilità di realizzare un nuovo Rinascimento, che liberi le persone dal ruolo di strumenti della crescita economica e ri-collochi l’economia nel suo ruolo di gestione della casa comune a tutte le specie viventi in modo che tutti i suoi inquilini possano viverci al meglio.
Maurizio Pallante, Decrescita felice

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