Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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giovedì 17 dicembre 2015

IL DONO DELLE FATE MADRINE - James Hillman (1926-2011)


Quando guardiamo una faccia di fronte a noi, o una scena fuori dalla finestra o un quadro alla parete, noi vediamo un tutto, una Gestalt. Tutte le parti si presentano simultaneamente. Non c’è un pezzo che ne causa un altro o che lo precede nel tempo. Non ha importanza se il pittore ha inserito le macchie rosse per ultime o per prime, le striature grigie dopo un ripensamento o come struttura iniziale, o se magari esse sono segni residui di un’immagine precedente rimasti sulla tela: ciò che vediamo è esattamente ciò che c’è da vedere, tutto in una volta. È così anche per la faccia che ci sta di fronte: carnagione e lineamenti formano un’unica espressione, un’immagine sola, data tutta insieme.
Lo stesso vale per l’immagine dentro la ghianda. Noi nasciamo con un carattere; che è dato; che è un dono, come nella fiaba, delle fate madrine al momento della nascita.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 22.


venerdì 26 giugno 2015

L’ACQUA NEL SERBATOIO - Antoine de Saint Exupery


Guardate l’acqua nel serbatoio. Essa preme contro le pareti e attende le occasioni, perché viene il giorno in cui le occasioni si presentano. E l’acqua preme instancabilmente giorno e notte. Essa è calma in apparenza, eppure è viva.
Perché alla minima screpolatura, ecco si mette in marcia, s’insinua, incontra l’ostacolo, lo aggira quando è possibile e se la via non ha sbocco, ritorna calma in apparenza fino alla prossima screpolatura che aprirà un’altra strada. Essa non si lascerà sfuggire la nuova occasione, e attraverso vie indecifrabili che nessun calcolatore avrebbe calcolato, una semplice pressione vuoterà il serbatoio delle vostre provviste d’acqua.
Antoine de Saint Exupery, Cittadella, Borla, Roma 1978


mercoledì 23 gennaio 2013

NON E' UNA TABULA RASA - Carl Gustav Jung (1875-1961)



Il bambino, alla nascita, non è, come si presume, una tabula rasa. Nasce come organismo altamente complesso, con determinanti già esistenti, che non verranno mai meno e che gli conferiscono il suo carattere. Fin dai primi mesi, una madre riconosce l’individualità del proprio bambino e del resto, a un’osservazione attenta, si possono notare enormi differenze tra bambini piccolissimi. 
Queste peculiarità si esprimono in tutti i modi, a cominciare da tutte le attività infantili, nel modo di giocare, nelle cose che attirano la loro attenzione. 
Da bambini, questi interessi si manifestano in maniera tipicamente infantile. E in seguito si manifestano con altre particolarità, che al fondo sono poi le stesse, ma questo non dipende dal fatto che da bambino quell’individuo abbia fatto questa o quella tal cosa. E’ il suo carattere che gliela fa fare.
Jung parla [1957], p. 364
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