Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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mercoledì 24 febbraio 2016

PER CAMBIARE IL MODO DI VEDERE LE COSE – James Hillman (1926-2011)

Per cambiare il modo di vedere le cose, bisogna innamorarsi.
Allora la stessa cosa sembra del tutto diversa.

James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 54.

venerdì 8 gennaio 2016

ALLA FINE VERRA’ FUORI - James Hillman (1926-2011)

Una vocazione può essere rimandata, elusa, a tratti perduta di vista. Oppure può possederci totalmente. Non importa: alla fine verrà fuori.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 24.


giovedì 7 gennaio 2016

UNA QUERCIA ENORME SU ESILI SPALLE - James Hillman (1926-2011)


Riguardo ai bambini e alla loro psicologia, voglio che ci togliamo i paraocchi dell’abitudine. Voglio che riusciamo a vedere come ciò che fanno e che patiscono i bambini abbia a che fare con la necessità di trovare un posto alla propria specifica vocazione in questo mondo.
I bambini cercano di vivere due vite contemporaneamente, la vita con la quale sono nati e quella del luogo e delle persone in mezzo a cui sono nati.
L’immagine di un intero destino sta tutta stipata in una minuscola ghianda, seme di una quercia enorme su esili spalle. E la sua voce che chiama è forte e insistente e altrettanto imperiosa delle voci repressive dell’ambiente. La vocazione si esprime nei capricci e nelle ostinazioni, nelle timidezze e nelle ritrosie che sembrano volgere il bambino contro il nostro mondo, mentre servono forse a proteggere il mondo che egli porta con sé e dal quale proviene.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 29-30.


mercoledì 6 gennaio 2016

COGLIERE I PRIMI SEGNI - James Hillman (1926-2011)


Dobbiamo prestare particolare attenzione all’infanzia, per cogliere i primi segni della vocazione all’opera, per afferrare le sue intenzioni e non bloccargli la strada.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 23.


giovedì 17 dicembre 2015

IL DONO DELLE FATE MADRINE - James Hillman (1926-2011)


Quando guardiamo una faccia di fronte a noi, o una scena fuori dalla finestra o un quadro alla parete, noi vediamo un tutto, una Gestalt. Tutte le parti si presentano simultaneamente. Non c’è un pezzo che ne causa un altro o che lo precede nel tempo. Non ha importanza se il pittore ha inserito le macchie rosse per ultime o per prime, le striature grigie dopo un ripensamento o come struttura iniziale, o se magari esse sono segni residui di un’immagine precedente rimasti sulla tela: ciò che vediamo è esattamente ciò che c’è da vedere, tutto in una volta. È così anche per la faccia che ci sta di fronte: carnagione e lineamenti formano un’unica espressione, un’immagine sola, data tutta insieme.
Lo stesso vale per l’immagine dentro la ghianda. Noi nasciamo con un carattere; che è dato; che è un dono, come nella fiaba, delle fate madrine al momento della nascita.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 22.


martedì 15 dicembre 2015

PICCOLE SPINTE - James Hillman (1926-2011)

O forse la chiamata non è stata così vivida, così netta, ma più simile a piccole spinte verso un determinato approdo, mentre ci lasciavamo galleggiare nella corrente, pensando ad altro. Retrospettivamente, sentiamo che era la mano del destino.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 17.


venerdì 11 dicembre 2015

CON LA FORZA DI UN’ANNUNCIAZIONE - James Hillman (1926-2011)


Tutti, presto o tardi, abbiamo avuto la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrere una certa strada. Alcuni di noi questo qualcosa lo ricordano come un momento preciso dell’infanzia, quando un bisogno pressante e improvviso, una fascinazione, un curioso insieme di circostanze, ci ha colpiti con la forza di un’annunciazione.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 17.


giovedì 10 dicembre 2015

LA TEORIA DELLA GHIANDA - James Hillman (1926-2011)


Questo libro […] vuole rivolgersi piuttosto alla sensazione che esiste un motivo per cui la mia persona, che è unica e irripetibile, è al mondo, e che esistono cose alle quali mi devo dedicare al di là del quotidiano e che al quotidiano conferiscono la sua ragion d’essere; la sensazione che il mondo, in qualche modo, vuole che io esista, la sensazione che ciascuno è responsabile di fronte a un’immagine innata, i cui contorni va riempiendo nella propria biografia.
Questo libro, insomma, ha per argomento la vocazione, il destino,il carattere, l’immagine innata: le cose che, insieme, sostanziano la “teoria della ghianda”, l’idea, cioè, che ciascuna persona sia portatrice di un’unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente prima di poter essere vissuta.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 18-19, 21.


mercoledì 9 dicembre 2015

IL CODICE DELL'ANIMA - James Hillman (1926-2011)


"Esiste qualcosa, in ciascuno di noi, che ci induce a essere in un certo modo, a fare certe scelte, a prendere certe vie - anche se talvolta simili passaggi possono sembrare casuali o irragionevoli?
Se esiste, è il 'compagno segreto', ('daimon' lo chiamavano i greci, 'genius' i latini, 'angelo custode' i cristiani) che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita, secondo il mito di Er raccontato da Platone. Se esiste, è ciò che si nasconde dietro parole come "vocazione", "chiamata", "carattere". Se esiste, è la chiave per leggere il "codice dell'anima", quella sorta di linguaggio cifrato che ci spinge ad agire ma che non sempre capiamo.
Dopo anni di indagini sulla psiche, che hanno fatto di lui l'autore di saggi memorabili come "Il mito dell'analisi" e "Re-visione della psicologia", James Hillmann ha voluto darci con questo libro le prove circostanziate dell'esistenza e dei modi di operare del 'daimon'.
Attraverso una profusione di storie eloquenti e paradigmatiche Hillmann è riuscito a farci capire che se la psicologia si è dimostrata incapace di spiegare le scelte più profonde che decidono la vita di tutti noi è proprio perché aveva perso contatto con il 'daimon'.
E soprattutto a farci sentire di nuovo la presenza di questo compagno segreto dal quale, più che da ogni altro elemento, la nostra vita dipende."
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997


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