Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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lunedì 24 marzo 2014

IN VOLO NELLO SPAZIO PROFONDO - Tema


TEMA: “In volo nello Spazio profondo, un viaggio emozionante nella storia dell’Universo alla ricerca dell’origine della vita, nata si dice da una stella…”.
Esprimi la tua meraviglia, le tue profonde sensazioni e le emozioni che hai provato nel vedere al Planetario di Padova quell’incredibile visione simulata.

Nella mattinata dello scorso martedì 11 marzo, insieme ai miei compagni di classe e alle Maestre Patrizia e Carla, siamo andati in visita al Planetario di Padova a vedere la simulazione del nostro Sistema solare.
Qualche anno fa ero già andata a visitarlo con la mia famiglia, e anche quella volta sono rimasta molto colpita ed impressionata dall’immensità del nostro Universo.
Ad accoglierci al Planetario e ad accompagnarci alla scoperta delle sue meraviglie questa volta, io e i miei compagni, abbiamo avuto a nostra disposizione un vero astronomo, in carne ed ossa… che emozione!
Ho scoperto con grande curiosità che gli astronomi non sono solo gli studiosi che le nostre Insegnanti ci hanno spiegato a scuola e che studiano e ci svelano i misteri  dell’Universo.
Martedì mattina al Planetario, io e i miei compagni, abbiamo scoperto che sono uomini veri come gli astronauti, e che a differenza di Gino, il panettiere del supermercato o dei nostri papà, hanno deciso a volte fin da piccoli di dedicare la loro vita allo studio dello spazio infinito e delle sue incredibili creature: le stelle, le galassie, i pianeti, gli asteroidi, le nebulose, i buchi neri… e ancora, ancora molto di più!

lunedì 30 dicembre 2013

12. NOMI DELL’ALTRO MONDO – Anna Chiara Fontana


San Cristobal de las Casas - Chiapas
Ichi, Ix: questi nomi strani non sono i veri nomi dei bambini, infatti il primo giorno c’è stata una presentazione generale nella quale tutti hanno detto il proprio nome e anche come vogliono essere chiamati. 
Così Nogai ci dice che vuol essere chiamato “Chile empanizado” ossia peperoncino impanato e tutti ricordano il suo nome perché ci fa pure tanto ridere; il giorno successivo è comparso anche un formaggio impanato visto che Ezras, che non aveva scelto un soprannome, si è fatto contagiare dalla popolarità del suo compagno.
Giorni dopo alcuni di questi soprannomi sono caduti in disuso, ma è stato importante aver dato loro spazio.

Ho scoperto invece un nome bellissimo, Ixchel, che in maya è la dea della luna.

sabato 23 marzo 2013

ERSILIA - Italo Calvino




A Ersilia, per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono dei fili tra gli spigoli delle case, bianchi o neri o grigi o bianco-e-neri a seconda se segnano relazioni di parentela, scambio, autorità, rappresentanza. Quando i fili sono tanti che non ci si può più passare in mezzo, gli abitanti vanno via: le case vengono smontate; restano solo i fili e i sostegni dei fili.
Dalla costa d'un monte, accampati con le masserizie, i profughi di Ersilia guardano l'intrico di fili tesi e pali che s'innalza nella pianura. È’ quello ancora la città di Ersilia, e loro sono niente.
Riedificano Ersilia altrove. Tessono con i fili una figura simile che vorrebbero più complicata e insieme più regolare dell'altra. Poi l'abbandonano e trasportano ancora più lontano sé e le case.
Così viaggiando nel territorio di Ersilia incontri le rovine delle città abbandonate, senza le mura che non durano, senza le ossa dei morti che il vento fa rotolare: ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma.
Italo Calvino, Le città invisibili, p. 82

domenica 12 agosto 2012

LA NOSTALGIA DEI LUOGHI - Arthur Schopenhauer



Talvolta crediamo di aver nostalgia di un luogo lontano, mentre abbiamo soltanto nostalgia del tempo vissuto in quel luogo quando eravamo più giovani e freschi.
Così il tempo ci inganna sotto la maschera dello spazio.
Se facciamo il viaggio e andiamo là, ci accorgiamo dell’inganno
Arthur Schopenhauer 

domenica 26 settembre 2010

NELLA MIA ORA DI LIBERTA' - Lucia Castellano

“Se c'è qualcosa da spartire
tra un prigioniero e il suo piantone
che non sia l'aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione”.
Fabrizio de André, Nella mia ora di libertà (1973)


Lucia Castellano è direttore del carcere di Bollate, una casa di reclusione impostata sul “trattamento avanzato” dei detenuti. In questo breve ma folgorante intervento radiofonico (poco più di due minuti), la dr.ssa Castellano descrive il suo esperimento di carcere non prigione, di spazio non re-cluso, di tempo non scandito. L’esito ci lascia disorientati e confusi.  


    
                                     LO SPAZIO                          IL TEMPO
9    9


L’Istituto Comprensivo di Camposampiero comprende anche le due scuole carcerarie della Casa di Reclusione “Due Palazzi” di Padova e il Carcere Circondariale della stessa città. 
All’interno delle mura carcerarie, i nostri docenti vivono un’esperienza forte, che arricchisce sicuramente la loro umanità e la loro professionalità, ma che soprattutto offre ai detenuti un’importante occasione di crescita culturale e civile. 
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