Un’estate a Kampala è l’esperienza
che, del tutto impreparata, mi sono trovata a vivere lo scorso agosto. È nato
tutto da un incontro, quello con Daniele che mi aveva affascinata parlando
della sua esperienza in “Italia Uganda onlus”.
Cosa ci fa una “preside”,
come qualcuno ancora mi definisce, a Kampala? Impara!
Impara perché si trova a
lavorare in varie scuole così diverse da quelle in cui ha sempre lavorato.
Impara dai bambini della primaria
BCK l'accoglienza, il rispetto, il sorriso. Vederli alzarsi al termine di ogni
lezione per ringraziare il docente che ha lavorato con loro è un’emozione
unica. Sentire che, alla richiesta di descrivere come si sentono quando pensano
alla scuola, rispondono felice, sereno, grato è da lasciare senza parole.
Niente è noia, niente è scontato. Impara dai ragazzi della
secondaria l'impegno, la determinazione, la voglia di costruire un futuro
migliore per sé, ma soprattutto per gli altri.
Il contrasto tra la povertà
diffusa e la ricchezza interiore è stridente, un po’ come le sensazioni vissute
al rientro in Italia. L’inizio dell’anno scolastico porta, per chi come me
coordina una scuola, tante situazioni difficili da affrontare: l’inevitabile
cambio di docenti, i funambolismi per far quadrare le cose, le lamentele.
Potrebbe venire la tentazione di rinunciare a tutto.
Una cosa, però, ci salva
sempre ed è chiedersi che senso abbia tutto quello che si fa. Il senso sono
loro, sono i bambini e i ragazzi che ogni giorno ci vengono affidati. Che sia
in Uganda o in Italia sono loro la bussola che deve orientare il nostro lavoro.
Non ci toglierà la fatica, ma sarà il loro sorriso grato
ad illuminare le nostre giornate.
Anna Asti, dirigente
scolastico