Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber
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venerdì 26 ottobre 2012

LA COSTITUZIONE DELLA KIRGHISIA - Silvano Agosti



Il mio accompagnatore racconta che non si è voluta fare una costituzione scritta, ma che tutti la sanno a memoria perché è brevissima e contiene quelle poche parole che consentono a ogni persona di vivere in uno stato di serenità. 
La costituzione Kirghisa è dunque composta da un solo articolo, facile da ricordare e quindi non scritto: 
“Al centro di ogni iniziativa, l’attenzione dello Stato e dei cittadini va innanzitutto all’essere umano.”
Silvano Agosti, Lettere dalla Kirghisia, dalla Sesta lettera

lunedì 31 ottobre 2011

DIVENTARE SOVRANI - Scuola di Barbiana


Gli onorevoli costituenti credevano che si patisse tutti la voglia di cucir budella o di scrivere ingegnere sulla carta intestata: “I capaci e meritevoli anche se privi di mezzi hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” (art. 34 Cost.)
Tentiamo invece di educare i ragazzi a più ambizione. Diventare sovrani! Altro che medico o ingegnere.
Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, p. 96

giovedì 28 luglio 2011

SPARARE IN UN CESPUGLIO - Scuola di Barbiana



Bocciare è come sparare in un cespuglio. Forse era un ragazzo, forse una lepre. Si vedrà a comodo.
Fino all'ottobre seguente non sapete cosa avete fatto. E' andato a lavorare o ripete? E se ripete, gli farà bene o male? Si farà le basi per seguitare meglio o invecchierà malamente su programmi non adatti per lui?


Lettera a una professoressa, Scuola di Barbiana, p. 39

mercoledì 19 maggio 2010

PARTI UGUALI TRA DISUGUALI - Don Lorenzo Milani

Sandro aveva 15 anni. Alto un metro e settanta, umiliato, adulto. I professori l'avevano giudicato un cretino. Volevano che ripetesse la prima per la terza volta.
Gianni aveva 14 anni. Svagato, allergico di natura. I professori l'avevano sentenziato un delinquente. E non avevano tutti i torti, ma non è un motivo per levarselo di torno.
Né l'uno né l'altro avevano intenzione di ripetere l'anno. Erano ridotti a desiderare l'officina. Sono venuti da noi solo perché noi [a Barbiana] ignoriamo le vostre bocciature e mettiamo ogni ragazzo nella classe giusta per la sua età.
Si mise Sandro in terza e Gianni in seconda. E' stata la prima soddisfazione scolastica della loro povera vita. Sandro se ne ricorderà per sempre. Gianni se ne ricorda un giorno sì e uno no.
La seconda soddisfazione fu di cambiare finalmente programma. Voi li volevate tenere fermi alla ricerca della perfezione. Una perfezione che è assurda perché il ragazzo sente le stesse cose fino alla noia e intanto cresce. Le cose restano le stesse, ma cambia lui. Gli diventano puerili tra le mani.
Gianni non sapeva mettere l'acca al verbo avere. Ma del mondo dei grandi sapeva tante cose. Del lavoro, delle famiglie, della vita del paese. Voi coi greci e coi romani gli avete fatto odiare tutta la storia. Noi sull'ultima guerra si teneva quattro ore senza respirare. A geografia gli avreste fatto l'Italia per la seconda volta. Avrebbe lasciato la scuola senza aver sentito rammentare tutto il resto del mondo. Gli avreste fatto un danno grave. Anche solo per leggere il giornale.
Sandro in poco tempo s'appassionò a tutto. La mattina seguiva il programma di terza. Intanto prendeva nota delle cose che non sapeva e la sera frugava nei libri di seconda e di prima. A giugno il “cretino”; si presentò alla licenza e vi toccò passarlo.
Gianni fu più difficile. Dalla vostra scuola era uscito analfabeta e con l'odio per i libri. Noi per lui si fecero acrobazie. Si riuscì a fargli amare non dico tutto, ma almeno qualche materia. Ci occorreva solo che lo riempiste di lodi e lo passaste in terza. Ci avremmo pensato noi a fargli amare anche il resto. Ma agli esami una professoressa gli disse:- perché vai a scuola privata [a Barbiana]? Lo vedi che non ti sai esprimere?
Lo so anch'io che il Gianni non si sa esprimere. Battiamoci il petto tutti quanti. Ma prima voi che l'avete buttato fuori di scuola l'anno prima. Bella cura la vostra.
Del resto bisognerebbe intendersi su cosa sia lingua corretta. Le lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all'infinito. I ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro. O per bocciarlo.
Voi dite che Pierino del dottore scrive bene. Per forza, parla come voi. Appartiene alla ditta.
Invece la lingua che parla e scrive Gianni è quella del suo babbo. Quando Gianni era piccino chiamava la radio lalla. E il babbo serio:- Non si dice lalla, si dice aradio.
Ora, se è possibile, è bene che Gianni impari a dire anche radio. La vostra lingua potrebbe fargli comodo. Ma intanto non potete cacciarlo dalla scuola.
"Tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di lingua"; . L'ha detto la Costituzione pensando a lui.

(da Lorenzo Milani, Lettera ad una professoressa, LIBRERIA ed. Fiorentine, Firenze, pp 16-19)

mercoledì 2 settembre 2009

14. PER UNA IPOTESI DI CITTADINANZA - Francesco Callegari

“Io non sono un sognatore sociale e politico:
 io sono un educatore di ragazzi vivi, ed educo i miei ragazzi vivi a essere buoni figlioli,
 responsabili delle loro azioni, cittadini sovrani”.
Don Lorenzo Milani, 1965

Ounque, nella parte ‘sviluppata’ e opulenta del pianeta, si moltiplicano i sintomi dell’allontanamento delle persone dalla politica, della crescita dell’apatia politica e del calo d’interesse per il funzionamento del processo politico. Ma la politica democratica non può sopravvivere a lungo di fronte alla passività dei cittadini che si alimenta dell’ignoranza e dell’indifferenza politica. Le libertà dei cittadini non sono beni acquisiti una volta per tutte, non sono al sicuro se rinchiuse in casseforti private. Esse sono piantate e radicate in un suolo sociopolitico che richiede di essere concimato quotidianamente ed è destinato a inaridirsi e sbriciolarsi se non viene coltivato giorno dopo giorno dalle azioni informate di un pubblico competente e impegnato. Non sono soltanto le abilità tecniche a dover essere aggiornate continuamente, non è soltanto la formazione orientata al lavoro a dover essere permanente. Ne ha bisogno, e con urgenza ancora maggiore, anche la formazione alla cittadinanza”[1].
A più di quarant’anni di distanza, il messaggio profetico di don Milani e quello allarmato di Bauman si rincorrono nel senso e nella lettera. Se il primo ci giunge come anelito e speranza di un mondo ancora in costruzione, il secondo ci colpisce con la forza greve di una sconfitta e di una disillusione. Il pericolo che incombe è quello della perdita di un bene tanto faticosamente conquistato.
La scuola può fare qualcosa?
“La scuola serve a promuovere le abilità di tutti e di ciascuno. E le materie, le stesse materie scolastiche, a che servono se non a migliorare l’individuo? Con tutto il rispetto, le materie che contribuiscono a fare il programma, non varrebbero la carta in cui sono scritte se non servissero a far diventare migliori gli alunni, a formare un cittadino ‘democratico’ consapevole dei propri diritti e dei propri doveri e, soprattutto, capace di pensare agli altri”[2].
L’urgenza di costruire una palestra di democrazia è sentita anche a livello istituzionale. Con la nuova disciplina “Cittadinanza e Costituzione” abbiamo la possibilità di dare una risposta a questa esigenza di democrazia e partecipazione. In una nota ministeriale del 4 marzo 2009, si legge:
Cos’è “Cittadinanza e Costituzione”:
E’ una disciplina di studio introdotta nei programmi di tutte le scuole di ogni ordine e grado dalla legge 169 del 30/10/2008.
Si tratta di un insegnamento che, oltre ai temi classici dell’educazione civica comprende anche l’educazione ambientale, l’educazione alla legalità, i principi di una corretta competizione sportiva e i valori del volontariato, le basi dell’educazione stradale e dell’educazione alla salute, il valore del rispetto delle regole.
  • Perché “Cittadinanza”?
    Perché gli studenti sono giovani cittadini che esercitano diritti inviolabili e rispettano i doveri inderogabili della società di cui fanno parte ad ogni livello - da quello familiare a quello scolastico, da quello regionale a quello nazionale, da quello europeo a quello mondiale - nella vita quotidiana, nello studio e nel mondo del lavoro.
  • Perché “Costituzione”?
    Perché ogni studente dovrebbe conoscere la Costituzione, documento fondamentale della nostra democrazia e “mappa di valori” utile per esercitare la cittadinanza a tutti i livelli.  
  • La scuola come palestra di democrazia
    La scuola italiana può e deve essere una palestra di democrazia. Per questo particolare importanza sarà data alla partecipazione attiva degli studenti a tutti i livelli: dalla rappresentanza di classe a quella d’Istituto, dall’impegno nelle Consulte provinciali degli studenti a quello nelle Associazioni studentesche.
  • Cittadini italiani, cittadini del mondo
    Educare alla cittadinanza e alla Costituzione è anche l’occasione per costruire nelle nostre classi, dove sono presenti ragazze e ragazzi con provenienze, storie, tradizioni e culture diverse, delle vere comunità di vita e di lavoro, che cerchino di dare significati nuovi alla convivenza ed elaborino percorsi che costruiscano contemporaneamente identità personale e solidarietà collettiva, competizione e collaborazione.
Percorsi per le scuole:
  • Nella Scuola dell’infanzia: si dovranno trasmettere conoscenze specifiche sul concetto di famiglia, di scuola e di gruppo, i modi di agire corretti con i compagni, con i genitori, con gli insegnanti e con gli altri adulti.
  • Nella scuola primaria: si dovranno insegnare le prime nozioni sulla Costituzione e sulla convivenza, in particolare i diritti fondamentali dell’uomo, il significato delle formazioni sociali, l’importanza della tutela del paesaggio, alcune basilari nozioni  di educazione stradale, la salvaguardia della salute, il valore del rispetto delle regole.
  • Nella scuola secondaria di primo grado: si studierà la Costituzione, con una particolare attenzione ai diritti e ai doveri del cittadino e al diritto internazionale in materia di diritti umani.
Una prima occasione concreta di approccio al tema della cittadinanza attiva potrebbe essere l’adesione al progetto dell’Amministrazione comunale relativo al Consiglio comunale dei ragazzi. Questa esperienza di partecipazione attiva alla vita politica e amministrativa di Camposampiero potrebbe aiutare i ragazzi, più di tante parole, a comprendere i meccanismi decisionali di una democrazia. Pensiamoci!
Buon cammino a tutti noi, insieme.

Francesco Callegari   
Dirigente Scolastico


[1] Zygmunt Bauman, Vita liquida, Laterza, Bari 2008, p. 144
[2] Vito Piazza, Lettera a una professoressa 2, Erickson, Trento 2005, p. 15
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