La
leggerezza fornisce all’apprendista del mestiere di uomo un utensile
preziosissimo, una forza inedita capace di far esplodere il mondo. Ben diversa
dall’ottimismo ottuso dell’ingenuo, essa rende spesso fiorenti delle solitudini
o delle sofferenze superate. La sua natura la spoglia di ogni artificio, la trasforma
in una gioia che intuisce la precarietà di ogni cosa.
Diventare
leggeri significa accettare umilmente la sorte dopo aver tentato di tutto per
sradicarne il lato oscuro, ribadire una resistenza là dove prevalgono rivolta e
collera, significa rifiutare che la rabbia o l’odio finiscano per alienare la
libertà.
Essere
leggeri significa dunque far ricorso di forza alla gioia contro ciò che inasprisce,
contro ciò che isola, significa spalleggiare chi soffre affinché non si
rinchiuda nel proprio mal-essere.
La
leggerezza va contro, contrasta ciò che immiserisce.