Ti parlerò perciò dell’ospitalità. Se apri la
porta della tua casa al viandante e lui si siede accanto al fuoco, non
rimproverargli di essere diverso. Non giudicarlo. Perché ciò di cui aveva fame
era soprattutto di trovarsi là
in qualche luogo, presso qualcuno col suo carico, il suo bagaglio di ricordi,
il suo respiro affannoso e il suo bastone posato in un canto. Era di stare là
nel calore e nella pace del tuo volto, con tutto il suo passato oramai inutile,
con tutte le pecche messe a nudo. La sua stampella egli non la sente più, perché
non gli chiedi di danzare. Allora si rinfranca e beve il latte che gli versi,
mangia il pane che gli spezzi, e il sorriso che gli rivolgi è un manto tiepido
come il sole per un cieco.
Antoine de Saint Exupery,
Cittadella, Borla, Roma 1978