In un certo reame, ai
confini della Terra, nell'ultimo degli stati, viveva una volta, uno zar forte e
potente. Questo zar aveva un giovane arciere, e il giovane arciere aveva un
valente cavallo. Una volta l'arciere se ne andò a caccia nel bosco col suo cavallo;
va lungo la strada, la larga strada, ed ecco trovò una piuma d'oro dell'uccello
di fuoco; come fiamma splendeva quella piuma! Gli dice il valente cavallo:
"Non prendere la piuma d'oro; se la prendi, un guaio ti attende!" E
medita il prode giovane: raccoglierla o non raccoglierla? Se la raccoglie e la
porta allo zar, certo egli lo ricompenserà generosamente; e a chi non è caro il
favore di un re?
L'arciere non diede
ascolto al suo cavallo, raccolse la piuma dell'uccello di fuoco, la portò e la
presentò in dono allo zar. "Grazie" dice lo zar, "e poiché sei
stato capace di trovare una piuma dell'uccello di fuoco, trovami l'uccello
stesso; e se non lo trovi, ecco la mia spada: che la tua testa cada!"
L'arciere versò amare
lacrime, e andò al suo valente cavallo. "Di che piangi, padrone?"
"Lo zar mi ha ordinato di trovargli l'uccello di fuoco." "Te
l'avevo detto: non prendere la piuma, che ti metterà nei guai! Be', non aver
paura, non affannarti; questa non è ancora una disgrazia, la disgrazia verrà
dopo! Va' dallo zar e chiedigli che per domani vengano sparsi per i campi cento
sacchi di granone." Lo zar diede ordine di spargere per i prati cento
sacchi di granone. (continua…)
Antiche
fiabe russe, raccolte da Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev, Torino 1953, p. 103.