Il
nostro rapporto con il mondo procede per riduzioni. Ogni giorno devo
raccogliere, setacciare, selezionare informazioni in funzione di ciò che è
necessario per vivere. Questo lavoro obbliga a fissare priorità, a focalizzare
le urgenze. Non posso vedere tutto, capire tutto, né fare tutto. Di conseguenza,
organizzo il mio mondo, incollando alla realtà delle etichette, delle parole a
tal punto che ben presto finirò per vedere solo quelle.
Gli
antichi vedevano nell’esperienza il principio della saggezza. Eppure, essa può
anche portare a ridurre l’essere che ci sta di fronte a una etichetta.
La
mia vicenda mi ha sensibilizzato nei confronti di certe parole ingannatrici.
Spesso procedo per scorciatoie o analogie, proietto, deformo, mi metto al posto
dell’altro. Il pericolo è evidente: attribuire agli altri le caratteristiche
del mio universo mentale. Ognuno è il frutto di una storia, di un vissuto
particolare.
Alexandre
Jollien, Il mestiere di uomo, Edizioni Qiqaion, Magnano (BI) 2003, p. 63