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NEWS
giovedì 7 maggio 2020
AVRO' CURA DI TE
domenica 12 aprile 2020
FEDE NELLA PRIMAVERA
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sabato 28 marzo 2020
IL CIELO IN UNA STANZA - Francesco Callegari
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”.
Inferno,
XXIV, 139
D |
a
parecchi giorni, la nostra vita ha assunto ritmi nuovi e del tutto diversi
rispetto alle abitudini che avevamo. Ciò che prima davamo per scontato, ora non
lo è più: andare a trovare gli amici, passeggiare nel parco, fare un viaggio in
aereo o in treno, visitare una città o un museo, raggiungere la fabbrica o
l’ufficio, frequentare la scuola. Sentiamo la mancanza di tutto questo, perché
è proprio quando una cosa o una persona ci è tolta che ne sentiamo di più il
valore e l’importanza.
Anche
la scuola, sì anche la scuola. Quanti insegnanti mi stanno dicendo: “Non vedo
l’ora di tornare in classe, mi mancano tanto i ragazzi, i loro sguardi, le loro
voci, il nostro stare insieme ogni giorno”; quanti ragazzi mandano video alle
loro maestre in cui la frase ricorrente è: “Mi mancate”; quanti genitori mi
telefonano e mi scrivono pregandomi di mantenere viva, in questo scompiglio, la
comunità scolastica e, per quanto possibile, una continuità negli
apprendimenti.
La
richiesta sottesa è sempre e comunque quella di rimanere agganciati, di
“tenerci” perché sentiamo che una possente forza centrifuga sta spingendo
adulti e bambini verso confini sconosciuti, verso limiti ancora inesplorati.
Paradossalmente, vorrei dirvi che queste frontiere non sono lontane da noi, non
sono fuori di noi: sono dentro di noi. Questa infatti è una forza che fa paura
perché, come il volo del boomerang, ci obbliga a ritornare in noi stessi, a
fare i conti con il nostro senso della vita, con il significato che diamo alle
cose, alle nostre priorità. Più di milleseicento anni fa, sant’Agostino ci
diceva “Non uscire fuori, rientra in te stesso, nell’uomo interiore risiede la
verità”.
Tutti
i paradigmi dell’uomo “esteriore” sono stati rotti, tutti i nostri modelli sono
saltati. Nell’uomo che ritorna in se stesso, nella sua casa, nella sua
famiglia, in un capovolgimento sconvolgente delle nostre certezze e delle
nostre sicurezze, possiamo trovare, solo se lo vogliamo, il senso di ciò che ci
sta accadendo. Questa tempesta ci dice con papa Francesco: “E’ tempo di scegliere cosa conta e cosa
passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è”.
Stiamo
ponendo un’ardua resistenza al cambiamento, tutte le nostre energie sono
rivolte contro questa forza che è scatenata non da un’esplosione nucleare, da
una guerra, un terremoto o uno tsunami. Ciò che ci spaventa e contro cui stiamo
lottando è un agente microscopico, qualcosa di invisibile che si muove
nell’aria, che si posa sulle superfici, che ci entra dentro e ci fa ammalare.
E
lo combattiamo con delle armi che, se ci pensiamo bene, rappresentano anch’esse
dei simboli: la mascherina, che protegge gli altri più che noi stessi, ci
invita a filtrare le parole che pronunciamo affinché non feriscano chi ci
ascolta; il sapone e il disinfettante, che detergono le nostre mani, ci
ricordano come le nostre azioni debbano essere sempre pulite e oneste.
Tutto
ciò che sta accadendo è denso di simboli.
Organizziamo
pure la didattica a distanza, facciamo pure le lezioni nella nostra stanza on
line, cerchiamo tutti i modi per stare vicini e far sentire agli altri la
nostra solidarietà, il nostro calore, la nostra amicizia, ma non
dimentichiamoci mai che l’insegnamento più vero e profondo avviene nella nostra
stanza interiore e ce lo offre, adesso e sempre, ciò che ciascuno coglie nel
presente.
mercoledì 11 marzo 2020
DIDATTICA... E NON SOLO
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ella
difficile situazione attuale, ciascuno di voi sta cercando di fare il meglio
possibile per mantenere il contatto con i nostri allievi. Allo stesso tempo, è
necessario rendersi conto che le procedure a distanza che stiamo adottando
vengono attuate senza un necessario periodo di sperimentazione. Questo ci
obbliga a tarare continuamente le modalità e i carichi di lavoro legati alle
nostre proposte didattiche.
E
sottolineo la parola DIDATTICHE, in quanto desidero evidenziare che il nostro
essere docenti si compone di tanto e tanto altro. Mi riferisco a tutto ciò che
vivete ogni giorno in classe, soprattutto alla parte relazionale che, in questa
situazione, potrebbe essere limitata o addirittura compromessa. Bastasse
mandare compiti per mail o creare lezioni su piattaforme o su YouTube, non
saremmo più così indispensabili.
Consapevoli
di ciò, vi prego di considerare questo periodo anche alla luce delle difficoltà
che le famiglie stanno vivendo: tanti genitori vanno al lavoro e i figli sono
affidati a nonni, parenti, vicini di casa, amici.... Non possiamo pertanto
pretendere che tutti i nostri ragazzi siano accompagnati dai loro genitori con
gli strumenti informatici per un tempo lungo e a qualsiasi ora del giorno.
Diverse famiglie, oltretutto, sono sprovviste di adeguata attrezzatura.
La
situazione è legata a un’emergenza che impedisce o limita fortemente la vita
regolare delle famiglie, sconvolgendo quei ritmi che ci servirebbero per
garantire un buon rendimento scolastico. E di questo dobbiamo tenere conto.
Vi
esorto a non farvi prendere dall'ansia nello svolgimento di quello che, ormai
tanti anni fa, era il "programma" e che, adesso più che mai, diventa
serena progettazione legata alla contingenza del momento.
Penso
sia importante che rassereniate i vostri allievi con la vostra presenza
virtuale, supportandoli in tutti i modi che riteniate opportuni in
considerazione della profonda conoscenza che avete di loro.
Vi
invito a utilizzare gli strumenti informatici a distanza anche e soprattutto
per accompagnare i vostri ragazzi in un momento così delicato della loro
esperienza di vita: aiutate i vostri allievi a fare tesoro di quanto stanno
vivendo, rammentiamo loro il valore della solidarietà, la riscoperta dei
semplici gesti e i comportamenti normali. Tutte cose che, speriamo quanto
prima, possiamo tornare ad accogliere come un dono di cui essere grati.
lunedì 9 marzo 2020
LA SCUOLA IN SILENZIO - Francesco Callegari
Impariamo
a capire che questa è una lotta contro le nostre abitudini e non contro un
virus.
Questa è un’occasione per trasformare un’emergenza in una gara di solidarietà.
Cambiamo il modo di vedere e di pensare.
Non sono più “io ho paura del contagio” oppure “io me ne frego del contagio”,
ma sono IO che preservo l’ALTRO.
Io mi preoccupo per te.
Io mi tengo a distanza per te.
Io mi lavo le mani per te.
Io rinuncio a quel viaggio per te.
Io non vado al concerto per te.
Io non vado al centro commerciale per te.
Per te.
Per te che sei dentro una sala di terapia intensiva.
Per te che sei anziano e fragile, ma la cui vita ha valore tanto quanto la mia.
Per te che stai lottando con un cancro e non puoi lottare anche con questo.
Vi prego, alziamo lo sguardo.
Io spero che in Italia non si fermi la solidarietà.
Tutto il resto non ha importanza.
Ferzan Ozpetek
A |
bbiamo
cominciato la terza settimana in cui le nostre scuole sono immerse nel
silenzio: solo un mese fa, nessuno avrebbe potuto immaginare quanto sta
accadendo in questi giorni.
A
un tratto, e improvvisamente, siamo stati scaraventati all’interno di uno
scenario nuovo, un ambiente che ci obbliga a muovere passi cauti e incerti:
sabbie mobili che ci fanno sgranare gli occhi e trattenere il respiro.
Sono
tante, e tra le più disparate, le emozioni che in questi giorni muovono
ciascuno di noi. Mentre i nostri governanti, a livello nazionale, cercano di
gestire nel miglior modo possibile una situazione per la quale nessuno aveva
un’esperienza recente, i medici e gli infermieri lavorano instancabilmente per
accompagnare verso la guarigione il maggior numero di persone e gli insegnanti
cercano in tutti i modi e con tutta la loro cura di stare accanto ai loro
allievi. Il nostro compito è quello di far sentire che la scuola è in silenzio
e, allo stesso tempo parla, sussurra, canta, invita… con parole positive di
gioia e di speranza.
Ciò
che, personalmente, io desidero dirvi è che non abbiamo fretta. L’importante è
che in questo momento più “lento” manteniamo e facciamo mantenere ai ragazzi la
voglia di far funzionare la testa e godere il bello in ogni occasione che si
trovano a vivere nella giornata.
Questa
prova ci chiede di cambiare la nostra ottica, di vedere le cose da un altro
punto di vista. Il regista Ferzan Ozpetek ci invita a
dare un senso a quanto sta succedendo, trasformando questa emergenza in una
gara di solidarietà.
giovedì 19 dicembre 2019
L'ARCOBALENO E LA PENTOLA D'ORO
domenica 17 novembre 2019
mercoledì 23 gennaio 2019
A UNA PICCOLA DONNA CHE COMPIE GLI ANNI - F.C.
lunedì 24 dicembre 2018
ROBERTO DELLE MONGOLFIERE - Francesco Callegari
e gli raccontano del fuoco e del vento
per riempirle di cielo
e hanno i colori delle farfalle