Il nostro tempo,
segnato dalla velocità e dalla fretta, sembra essere inospitale per la pratica
della pazienza. Dobbiamo fare presto, procedere spediti, in una dimensione in
cui la simultaneità dei gesti e degli eventi sembra condizione dello stare al
mondo. Eppure tutta la vicenda umana è un lento esercizio di pazienza, come
quello dell’uomo per costruire, del bambino per crescere, degli amanti per
incontrarsi, dei vecchi per morire, della natura per dare frutto, della parola
per prendere forma. Forse allora, nell’età dell’impazienza, da qualità della
durata, la pazienza può trasformarsi in qualità morale alla quale si può dare
il nome di “cura”: verso l’altro, verso le cose, verso se stessi.
Gabriella Caramore
riscopre la pazienza come modo dell'ascolto, come un puro "sostare",
nel quale essa si trasforma in qualità di relazione con le cose e con gli altri
esseri.
Gabriella
Caramore,
Pazienza, Il Mulino, Bologna 2014