A volte la vita
trabocca. Su di noi, con noi, attraverso di noi. Allora arriva la gioia, che ci
prende e ci solleva in alto, sguardo largo sul mondo, sopra la fatica, che
certamente o forse ritroveremo, ma sarà parte del nostro camminare, non avrà
più il peso del tutto.
Non sempre si vede da
dove arriva, può essere un lampo, vita che illumina altra vita, oppure un lento
costruirsi di minuscoli eventi, parole date e ricevute, attenzioni, incontri
che non manchiamo, risposte dalle quali non scappiamo. E, l’ultimo di questi
frammenti, per caso, senza apparire in alcun modo, ricompone la nostra storia.
Improvvisamente la
vita basta a se stessa, non c’è attesa vaga di un oltre. C’è un nascere nuovo
che non sa la sua ragione ma sa di aver valore. Non una qualsiasi felicità
d’ombra e polvere, come ci capita di vivere, intravvedendo già il suo confine.
Magari cercata, inseguita e poi scappata. C’è una gioia che non ha prima e dopo.
Non ricorda nulla della pena dei giorni, ma solo, per lo spazio di quello
sguardo largo sul mondo, solo l’incanto di esser parte di una cosa buona. Molto
buona. Sentire che tutto può essere coltivato, come una vita appena nata.
Gioia è scoprirsi
parte della creazione. Creatori anche noi.
Mariapia
Veladiano, Ma come tu
resisti, vita, Torino, Einaudi, 2013, p. 13.