E un poeta disse:
Parlaci della Bellezza. E lui rispose: Dove cercherete e come scoprirete la
bellezza, se essa stessa non vi è di sentiero e di guida ? E come potrete parlarne,
se non è la tessitrice del vostro discorso ?
L'afflitto e l'offeso
dicono: "La bellezza è nobile e indulgente. Cammina tra noi come una
giovane madre confusa dalla sua stesa gloria".
E l'appassionato
dice: "No, la bellezza è temibile e possente. Come la tempesta, scuote la
terra sotto di noi e il cielo che ci sovrasta".
Lo stanco e
l'annoiato dicono: "La bellezza è un lieve bisbiglio. Parla del nostro
spirito. La sua voce cede ai nostri silenzi come una debole luce che trema
spaurita dall'ombra".
Ma l'inquieto dice:
"Abbiamo udito il suo grido tra le montagne, E con questo grido ci sono
giunti strepito di zoccoli, battiti d'ali e ruggiti di leoni".
Di notte le guardie
della città dicono: "La bellezza sorgerà con l'alba da oriente".
E al meriggio colui
che lavora e il viandante dicono: "L'abbiamo vista affacciarsi sulla terra
dalle finestre del tramonto".
D'inverno, chi è
isolato dalla neve dice: "Verrà con la primavera balzando di colle in
colle".
E nella calura estiva
il mietitore dice: "L'abbiamo vista danzare con le foglie dell'autunno e
con la folata di neve nei capelli".
Kahlil Gibran,
Il profeta