Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

venerdì 14 settembre 2012

CARI GENITORI - Rocco Bello



Fra pochi giorni la scuola riaprirà le proprie porte all’ondata di allegria e di vita, espressa dai ragazzi con quel loro vociare festoso e incontenibile. Tanto incontenibile, che la scuola sembra inadatta ad accoglierlo, troppo piccola, troppo angusti i suoi spazi, a volte troppo distratta o lontana dai pensieri dei suoi alunni.
Ma è di questa vita, di questi pensieri e di questi sogni che siamo chiamati a occuparci.
Siamo chiamati anzitutto a far tacere le nostre pretese e preoccupazioni per ascoltare quello che i ragazzi hanno da dirci, quello che portano a scuola, a volte come un peso, a volte come una gioia.
Siamo chiamati a guardarli negli occhi, perché abbiano la certezza di essere accolti nella loro singolarità, come essere unici e irripetibili, come un’occasione di speranza e di futuro per il mondo che attende.
Insieme a loro intraprenderemo l’impegno a costruire una comunità dove si studia e si lavora insieme, dove si scoprono cose importanti e attuali, dove si cresce come persone e come gruppo, dove si capisce un po’ alla volta che cosa ci rende speciali e può realizzare un progetto di vita.
In questo ambiente i ragazzi impareranno ad avere cura di se stessi e degli altri, ad essere sensibili all’attualità che li circonda; impareranno a conoscere, a fare, a costruire; si renderanno conto dell’importanza dell’impegno, della responsabilità, della costanza, della fiducia; saranno accompagnati a superare le proprie difficoltà, ad accettare qualche limite, a valorizzare il meglio in se stessi e negli altri.
Se qualcuno ritenesse che questi sono solo sogni e pretese irraggiungibili, si può riflettere sulla sperimentata esigenza dei giovani di crescere con riferimento a orizzonti grandi, importanti, a valori capaci di motivare un impegno, di sostenere una fatica, di allargare l’esperienza.
Così accoglieremo i nostri alunni all’ingresso dei cancelli e all’inizio di una nuova avventura: sapranno leggere loro per primi, nei nostri occhi, se sono credibili le promesse e gli impegni che ci assumiamo.

Rocco Bello, dirigente IV IC Padova
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