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mercoledì 28 dicembre 2011

ISTRUZIONI DI VOLO - Francesco Callegari


Anche se ne sentiamo il peso, non è sempre facile individuare e riconoscere i macigni che si nascondono dentro il nostro sacco.  Essi hanno infatti una caratteristica insidiosa: non tollerano di essere lasciati in disparte, dimenticati in un angolo. Pretendono piuttosto di essere accuditi, coccolati, trascinati in giro.
E per ottenere questo, sono anche disposti a travestirsi: da ricordi, da abitudini, da convinzioni.
Non è facile ammettere che un determinato ricordo, cui magari siamo così legati, rappresenti per noi un macigno, un peso che ci impedisce di volare.
Non è facile riconoscere che tante nostre azioni sono solo dettate dall’abitudine, dalla paura di cambiare, dalla convinzione che la felicità non ci appartenga.
Spesso è il senso di colpa a indicare la direzione dei nostri pensieri, una direzione che punta verso orizzonti dove non alberga la gioia di vivere. Una direzione che certamente non è la nostra.
Se avremo la forza di liberarcene, una volta “lasciati cadere” i macigni, dovremo “sprimacciare” le nostre piume per rimetterci in grado di volare. Ciascuno di noi è in grado di trovare il proprio modo,attraverso gli strumenti che la vita gli ha messo a disposizione.
Se lo desideriamo, Anthony De Mello, con le sue Istruzioni di volo per aquile e polli, ci offre qualche utile suggerimento.
Le Istruzioni iniziano proprio con una meravigliosa storiella su come sia opportuno trattare i ricordi:
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Una donna riteneva che Dio le apparisse in visione. Andò quindi a consigliarsi dal proprio vescovo. Costui le fece la seguente raccomandazione:
Cara signora, lei forse sta credendo a delle illusioni. Deve capire che in qualità di vescovo della diocesi sono io che posso decidere se le sue visioni sono vere o false”.
“Certo, Eccellenza”.
“Questa è una mia responsabilità, un mio dovere”.
“Perfetto, Eccellenza".
“Allora, cara signora, faccia quello che le ordino”.
“Lo farò, Eccellenza”.
“Ascolti: la prossima volta in cui Dio le apparirà, come lei sostiene, lo sottoponga a una prova per sapere se è realmente Dio”.
“D'accordo, Eccellenza. Ma qual è la prova?”.
“Dica a Dio: “Rivelami, per favore, i peccati personali e privati del signor vescovo". Se è davvero Dio ad apparirle, costui le rivelerà i miei peccati. Poi, torni qui e mi racconti cosa avrà risposto; a me, e a nessun altro. D'accordo?”.
Farò proprio così, Eccellenza”.
Un mese dopo, la signora chiese di essere ricevuta dal vescovo, che le domandò: "Le è apparso di nuovo Dio?".
“Credo di sì, Eccellenza”.
“Gli ha chiesto quello che le ho ordinato?”.
“Certo, Eccellenza!”.
“E cosa le ha risposto Dio?”.
“Mi ha detto: ‘Di' al vescovo che mi sono dimenticato tutti i suoi peccati!’”.
Che ve ne pare? Non esiste nessun libro dove vengono annotati i peccati. Sapete una cosa? Dio non conserva nessun registro, nessun catalogo. Egli ci vede nel momento presente e ci avvolge con un amore incondizionato.

Anthony De Mello, Istruzioni di volo per aquile e polli, p. 7-8

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