La condizione dello
scolaro somiglia a quella dell’operaio della grande fabbrica. L’operaio lavora
alla catena di montaggio senza partecipazione perché la motivazione di quel che
fa gli è estranea, egli si sente ed è solo un congegno passivo che non può né
creare né decidere, ed ha accettato quel mestiere perché gli occorre la busta
paga per sopravvivere.
Lo scolaro, in una scuola
autoritaria fondata sui voti, studia perché ci sono i voti. Se strappo i voto
dalle mani dell’insegnante, tutto il castello crolla. E’ come strappare le armi
alla polizia di uno stato oppressivo.
Mario Lodi, Il
paese sbagliato. Diario di un’esperienza didattica, Einaudi, Torino
1995, pp.18-21.