La grande forza
dell’autonomia scolastica sta nell’orientare il corpo docente e dirigente a misurarsi
continuativamente con la ricerca didattica e l’innovazione nelle pratiche
educative, e non con la pura trasmissione del sapere.
Valutare,
verificare il risultato educativo significa non limitarsi al voto, alla
promozione o alla bocciatura. Significa affermare la cultura del risultato, e
con essa rafforzare la motivazione studentesca, e la disciplina. Il binomio
rigore/crescita è un principio universale della società dei liberi e della
democrazia partecipativa. Lo studente non è solo chi studia, ma – come diceva
la Montessori – chi impara a fare da solo. Questa è l’autonomia.
Le regole di
comportamento sono indispensabili. Ma è la partecipazione educativa che le
rende più condivise e quindi più accette. La disciplina è innanzitutto
responsabilizzazione e corresponsabilizzazione. Ciò non esclude la sanzione, ma
la reinserisce in un contesto che le assicura maggiore efficacia, oltre che
prevenzione. E la responsabilizzazione diviene effetto di una nuova concezione
e pratica gestione della comunità educante, che dà fiducia e sa pretendere.
Luigi
Berlinguer, L’autonomia incompiuta, “Dirigere la
scuola”, XXI (2012), n. 4-5-6