Il fiume in piena
Giunti alla fine del
sentiero, sulla riva dello Shyok, Mohammed mise al collo del figlio una tasca
di cuoio contenente due monete d’oro. “Quando, Inshallah, arriverai alla città di Khaplu, troverai una scuola. Dai
al Sahib che la dirige queste monete per pagare la tua istruzione”.
“Quando tornerò a
casa?” chiese Aslam, cercando di controllare il tremito delle labbra.
“Lo saprai più
avanti” rispose il padre. Mohammed gonfiò sei vesciche di capra e le legò
insieme a formare uno zaks, una
specie di gommone usato dai baltì per guadare un fiume troppo profondo per
essere attraversato a piedi. “Adesso tieniti forte” disse.
Aslam non sapeva
nuotare.
“Quando mio padre mi
mise in acqua non riuscii a controllarmi e mi misi a gridare. Era un uomo forte
e orgoglioso, ma mentre la corrente dello Shyok mi portava via, vidi che anche
i suoi occhi si erano riempiti di lacrime”.
Greg
Mortenson, David Oliver Relin, Tre tazze di tè, Milano 2008, p. 298-299