Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 18 agosto 2012

4. LA STORIA DI ASLAM - Greg Mortenson



Di mano in mano
Aslam rimase aggrappato allo zaks mentre lo Shyok lo sottraeva alla vista di suo padre. Rimbalzò sulle rapide, singhiozzando liberamente adesso che nessuno poteva vederlo, e tremando nelle acque gelide. Superata una fase di confuso terrore, Aslam notò che si stava muovendo più lentamente, poiché il letto del fiume si era allargato. Vide alcune persone sulla riva più lontana e cominciò a scalciare puntando verso di loro, troppo preoccupato di perdere lo zaks per usare le braccia.
“Un vecchio mi ripescò dall’acqua e mi avvolse in una coperta di pelo di yak” racconta. “Stavo ancora tremando e piangendo, e mi chiese perché avessi attraversato il fiume, così gli dissi delle indicazioni che mi aveva dato mio padre”.
“Non ti preoccupare” gli rispose il vecchio. “Sei stato coraggioso ad arrivare fino a qui da casa. Un giorno, quando tornerai, sarai onorato da tutti”. Infilò due banconote nella mano di Aslam e lo accompagnò per un tratto giù per il sentiero che portava a Khaplu, fino a che non lo affidò a un altro anziano.
In questo modo, Aslam e la sua storia viaggiarono fino alla bassa valle di Hushe. Il ragazzo fu passato di mano in mano, e ogni uomo che lo accompagnava dava un piccolo contributo alla sua educazione. “La gente era così gentile che mi sentivo incoraggiato” ricorda. “E presto venni iscritto in una scuola pubblica a Khaplu, dove studiai con tutto l’impegno possibile”.
Greg Mortenson, David Oliver Relin, Tre tazze di tè, Milano 2008, p. 299-300
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