Si dà per scontato che gli insegnanti sappiano
quello che gli studenti hanno bisogno di imparare e come si devono comportare.
Questo dà loro il diritto di usare tattiche di potere sugli studenti (premi,
punizioni, sensi di colpa, doveri, obblighi) per controllare le loro azioni.
Sempre sulla base di questi presupposti, le autorità scolastiche definiscono
unilateralmente gli obiettivi di apprendimento. La maggior parte degli
studenti, così, finiscono per vedere solo due possibilità, la sottomissione e la
ribellione, e quegli insegnanti che non si sentono a proprio agio nel ruolo che
è stato loro affidato si sentono intrappolati.
Ma se vogliamo preparare gli studenti affinché
un giorno sappiano creare e mantenere organizzazioni che arricchiscono la vita,
ritengo che dovremmo dare loro la possibilità di rapportarsi su un piano di
parità con insegnanti e amministratori. Un modo per manifestare questa parità è
quello di definire assieme gli obiettivi di apprendimento.
Marshall
B. Rosenberg, Educazione
che arricchisce la vita, Edizioni Esserci, Reggio Emilia 2005, p. 99-100