Se si vogliono
definire gli obiettivi in modo reciproco, è importante che gli insegnanti
sappiano comunicare con chiarezza in quali modi le vite degli studenti saranno
arricchite dal conseguimento di determinati obiettivi. Questo è un punto
fondamentale.
L’educazione
che arricchisce la vita richiede che le scelte di
insegnanti e studenti siano motivate dall’intenzione di arricchire la vita, non
dalla paura di ricevere punizioni, né dalla speranza di ottenere premi (voti o
borse di studio, ad esempio), né dal fatto che qualche documento afferma che le
persone che occupano posizioni di autorità sanno che cosa è meglio per noi.
Allora, sto forse
suggerendo che la scuola ideale dovrebbe essere fondata su un totale permissivismo,
dove gli studenti studiano quando e come vogliono? Niente affatto.
Secondo me, il modo
più chiaro per illustrare la differenza tra educazione volta alla dominazione,
educazione permissiva ed educazione che
arricchisce la vita è il seguente. Notate come sono definiti gli obiettivi
di apprendimento:
·
Nell’educazione volta alla
dominazione, gli obiettivi dell’insegnante vengono perseguiti senza che sia
necessaria la partecipazione dello studente;
·
Nell’educazione permissiva, gli
obiettivi dello studente sono perseguiti senza che sia necessaria la
partecipazione dell’insegnante;
·
Nell’educazione che arricchisce la
vita, vengono perseguiti soltanto quegli obiettivi che vengono decisi in modo
reciproco da insegnante e studente.
Questo processo di
definizione reciproca degli obiettivi può cominciare con una raccomandazione
dell’insegnante, che suggerisce una materia di studio e descrive quali bisogni
pensa che lo studente soddisferà se sceglierà di studiarla. Se lo studente vede
il valore di questa proposta ed è d’accordo, gli obiettivi reciproci sono stati
definiti. In alternativa, lo studente può suggerire un’area di studio che l’insegnante
condivide.
Marshall
B. Rosenberg, Educazione
che arricchisce la vita, Edizioni Esserci, Reggio Emilia 2005, p. 100-101