Quando guardiamo una
faccia di fronte a noi, o una scena fuori dalla finestra o un quadro alla
parete, noi vediamo un tutto, una Gestalt.
Tutte le parti si presentano simultaneamente. Non c’è un pezzo che ne causa un
altro o che lo precede nel tempo. Non ha importanza se il pittore ha inserito
le macchie rosse per ultime o per prime, le striature grigie dopo un
ripensamento o come struttura iniziale, o se magari esse sono segni residui di
un’immagine precedente rimasti sulla tela: ciò che vediamo è esattamente ciò
che c’è da vedere, tutto in una volta. È così anche per la faccia che ci sta di
fronte: carnagione e lineamenti formano un’unica espressione, un’immagine sola,
data tutta insieme.
Lo stesso vale per
l’immagine dentro la ghianda. Noi nasciamo con un carattere; che è dato; che è
un dono, come nella fiaba, delle fate madrine al momento della nascita.
James Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano
1997, p. 22.