Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

venerdì 29 novembre 2013

IL DECIMO STUDENTE – Tiziano Terzani


Un giorno, dieci studenti decidono di andare in pellegrinaggio e uno di loro viene incaricato di essere il responsabile del gruppo. I dieci partono. A un certo punto devono attraversare un fiume. Il capo chiede se sanno nuotare. Sì, tutti. Arrivati sull'altra sponda, il capo li conta e con terribile sorpresa scopre che sono solo nove. Li conta di nuovo e la somma è sempre nove. Disperati, gli studenti si mettono a chiamare, a scrutare l'acqua. Dov'è il decimo? Di lui non ci sono tracce, non il cadavere, non i vestiti, non un urlo, niente. Piangono, non sanno più cosa fare, quando un vecchio che da lontano ha seguito la scena si avvicina al gruppo e dice:
« Non c'è ragione di essere tristi. Il decimo uomo non è andato perso. Il decimo c'è ».
« Dove? Come? » chiedono gli studenti.
« II decimo è qui, ora, fra di voi. »
Gli studenti sono increduli.
« È qui e potete trovarlo senza fare un passo », insiste il vecchio.
Il capo riprova. Puntando il dito al petto di ognuno dei suoi compagni, lentamente conta: «Uno, due, tre... otto, nove». Il vecchio punta il dito al petto del capo: «... e dieci! Il decimo sei tu! » dice.
I ragazzi capiscono e proseguono nel loro pellegrinaggio.
II vecchio non ha fatto che indicare l'ovvio: colui che cerca è il cercato. Lui è il problema e lui è la soluzione. E la soluzione sta semplicemente nella scoperta di se stessi. Come nel caso dell'onda, il capo non deve diventare il decimo studente, deve solo riconoscere di essere il decimo.

Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, p. 350-351
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