Tornando
a piedi in ufficio Adamsberg rifletteva in maniera vaga. Lui non rifletteva mai
a fondo. Non aveva mai capito cosa accadesse quando le persone si prendevano la
testa tra le mani e dicevano: “Su, riflettiamo”. Quel che si ordiva nel loro
cervello, come facessero per organizzare idee precise, indurre, dedurre e
concludere, era per lui un assoluto mistero. Constatava che ciò procurava
risultati innegabili, che dopo quelle operazioni le persone compivano scelte e
pensava ammirato che a lui mancasse qualcosa. Ma quando lui stesso lo faceva,
quando si sedeva e diceva “Riflettiamo”, nella sua testa non succedeva niente.
Anzi, era proprio in quei momenti che lui conosceva il nulla. Adamsberg non si
accorgeva mai di riflettere e, se gli capitava di rendersene conto, subito la
cosa si bloccava. Perciò tutte le sue idee, tutti i suoi propositi e tutte le
sue decisioni, non sapeva mai da dove venissero.
Fred Vargas,
L’uomo dei cerchi azzurri, Torino
2007, p. 46