La
mattina del 21 marzo il commissario si concesse il tempo di andare a salutare
ogni albero e ogni ramoscello sul nuovo itinerario da casa sua alla sede
dell’Anticrimine. Persino sotto la pioggia, la data meritava quello sforzo e
quel rispetto. E anche se quell’anno la Natura era in ritardo, per via di
qualche ignoto appuntamento, o magari perché aveva tirato tardi a letto, come
Danglard un giorno su tre. La Natura è capricciosa, pensava Adamsberg, non si
può esigere da lei che tutto sia rigorosamente a posto per la mattina del 21,
vista la quantità astronomica di gemme di cui si deve occupare, senza contare
le larve, le radici e i semi, che non si vedono, ma che sicuramente devono
richiederle un’energia pazzesca. In confronto, l’incessante lavoro
dell’Anticrimine era una cosetta da niente, uno scherzo. Scherzo che
autorizzava pienamente Adamsberg ad attardarsi lungo i marciapiedi.
Fred Vargas,
Nei boschi eterni, Torino 2007, p. 60