Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 10 agosto 2013

MEDUSE FLUTTUANTI - Fred Vargas

Capitava che Adamsberg si concentrasse, che si trasformasse in un avversario compatto e pericoloso. Raramente, ma in quel caso lo si poteva neutralizzare. Invece offriva meno presa quando, come succedeva in generale, la sua materia mentale si spostava a blocchi mobili. E non offriva più alcuna presa quando quello stato si intensificava fino alla disperazione, come in quel momento, grazie al dondolio del treno che annientava i nessi di coerenza. Allora sembrava che Adamsberg si muovesse come un sommozzatore, con il corpo e il pensiero che ondeggiavano graziosamente senza meta. I suoi occhi assecondavano il movimento, assumendo l’aspetto di alghe brune, comunicando all’interlocutore una sensazione di indeterminatezza, di scivolamento o di inesistenza. Accompagnare Adamsberg fino a quei limiti significava scendere in profondità, fra i pesci lenti, le melme spesse, le meduse fluttuanti, vedere contorni imprecisi e colori torbidi. Accompagnarlo troppo a lungo significava rischiare di addormentarsi in quell’acqua tiepida e affogare. In quei momenti particolarmente acquosi, era come voler discutere con gli spruzzi del mare, con la schiuma, con le nubi.

Fred Vargas, Un luogo incerto, Torino 2009, p. 32-33
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