Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 8 agosto 2013

IL COMMISSARIO ADAMSBERG - Fred Vargas

Le inchieste dell’Anticrimine erano scandite dai duri scontri fra i precisi «Perché?» di Danglard e i disinvolti «Non lo so» del commissario. Nessuno cercava di capire lo spirito di quell’acerrima lotta fra perspicacia e imprecisione, ma ognuno si schierava con l’una o l’altra mentalità. Alcuni, i positivisti, ritenevano che Adamsberg tirasse per le lunghe le inchieste, trascinandole languidamente nelle nebbie, e lasciandosi alle spalle i colleghi smarriti, senza ruolino di marcia né consegne. Altri, gli spalatori di nuvole, erano del parere che i risultati del commissario bastavano a giustificare l’andamento beccheggiante delle inchieste, sebbene sfuggisse loro il nocciolo di quel metodo. A seconda dell’umore, a seconda delle circostanze, che inducevano a sentirsi irritabili o accomodanti, uno poteva essere positivista una mattina e ritrovarsi l’indomani spalatore di nuvole, e viceversa. Soltanto Adamsberg e Danglard, che impersonavano ruoli antagonistici, non cambiavano mai le rispettive posizioni.

Fred Vargas, Nei boschi eterni, Torino 2007, p. 38
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