Danglard
non era mai riuscito ad afferrare la logica singolare che guidava le scelte di
Adamsberg. Per lui, del resto, non si trattava affatto di logica, ma di una
perenne anarchia costellata di impulsi e di fantasticherie che per vie
misteriose conducevano a innegabili successi. Ciononostante, seguire Adamsberg
nel procedere dei suoi pensieri andava oltre le sue possibilità nervose. Quei
pensieri, infatti, oltre a essere di natura incerta, a metà strada fra stato
gassoso, liquido e solido, si agglomeravano di continuo ad altri pensieri senza
che alcun nesso ragionevole presiedesse a tali unioni. E mentre Danglard, con
il suo ingegno sottile, selezionava, classificava ed estraeva soluzioni
metodiche, Adamsberg confondeva i livelli di analisi, invertiva le tappe,
disperdeva le connessioni, giocava con il vento. E alla fine, con la sua
incredibile lentezza, traeva una verità dal caos.
Fred Vargas,
L’uomo a rovescio, Torino 2006, p.
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