Così
Adamsberg cercava le idee: le aspettava, semplicemente. Quando una di esse
veniva a galla sotto i suoi occhi, come un pesce morto che compariva a fior
d’acqua, la raccoglieva e la esaminava, per vedere se aveva bisogno di
quell’articolo in quel momento, per vedere se presentava un qualche interesse.
Adamsberg non rifletteva mai, si limitava a fantasticare, poi a fare una
cernita, come quei pescatori con il guadino che vedi frugare con mano pesante
in fondo al retino, cercando con le dita il gambero tra i sassi, le alghe, le
conchiglie e la sabbia. C’erano molti sassi e molte alghe nei pensieri di
Adamsberg, e non di rado lui vi si impigliava. Doveva gettare molto, scartare
molto.
Fred Vargas,
L’uomo a rovescio, Torino 2006, p. 85