Secondo un’antica tradizione tibetana, per purificare il nostro spirito
e ritrovare l’equilibrio perduto dobbiamo camminare in solitudine per tre
giorni di seguito nel bosco, osservando e ascoltando con attenzione ciò che
avviene intorno a noi. Venni a conoscenza di questa pratica durante l’incontro
con un eremita delle grandi altitudini che viveva sull’Himalaya, alle pendici
della montagna di Dio.
«Ogni passo che si muove su questa terra» spiegò l’uomo «dovrebbe essere
una preghiera. Il tuo cuore, ogni cuore, ha in sé il potere di un’anima pura,
che crescerà come fanno gli alberi se ti abbandonerai completamente a questa
esperienza. La vita è un bosco senza confini: devi comprenderla e
respirarla.»
Il vecchio eremita disse che il bosco è un continuo fruscio di desideri
legati al cielo: qualcuno, rimasto per anni impigliato tra i rami e le foglie,
può essere esaudito durante il cammino. Nell’attraversare il bosco compiamo un
viaggio dentro di noi. Un percorso che, con i suoi vicoli ciechi, le deviazioni
improvvise e gli imprevisti, ci rivela un mistero. Foglie è la storia di questo mistero.
Romano Battaglia, Foglie, Milano 2009