La nostra vita scorre in mezzo al chiasso,
tra fiumi di parole spesso inutili che servono solo a coprire le nostre
incertezze, il disagio interiore quando siamo a contatto con gli altri. Ho
sperimentato l'effetto del silenzio su di me, sulle mie sensazioni, sul mio
animo nelle lunghe notti estive, quando la folla degli incontri pomeridiani al
“Caffè de La Versiliana” era ormai lontana e l'aria di protagonismo degli
ospiti e del pubblico si era dissolta alle soglie della cattedrale verde del
bosco, le voci, i discorsi, gli applausi si erano spenti. L'ho trovato, il
silenzio, la notte, nel mio giardino, sotto il cielo stellato, in mezzo alle
piante di pitosforo e rosmarino, tra il profumo delle rose, nel luogo dove mi
piace pensare sosti l'anima che vuole ritornare bambina. In queste ore
notturne, in compagnia di un gatto e al lume di candela, ho rievocato episodi
vicini e lontani. Ho rivisto i volti di tante persone, ho risentito le loro
voci, ho riflettuto sulla vita, sugli errori che mi hanno condizionato, sulle
paure, sui sentimenti, sui dubbi che hanno frenato l'azione.
Queste notti mi hanno permesso di
rivalutare il silenzio: esso solo ci consente di ritagliare spazi di buonsenso
per no essere travolti dal ritmo incalzante dell'arroganza dilagante, per
intrecciare un dialogo sereno con noi stessi e con gli altri.
Romano Battaglia, Silenzio, Milano 2005