Questa è una
storiella che fa parte della tradizione sufi, quel grande movimento della mistica
islamica che si diffuse da subito, più o meno sotterraneamente, in tutti i
territori toccati dall’islam, con la forza di una sapienza libera e fedele,
severa e al tempo stesso non sistematica: un’intelligenza dell’umano estranea a
ogni convenzione, centrata sull’essenzialità della vita.
Il falegname sufi
ritiene, in una logica certamente paradossale, che il senso della vita non
possa consistere nella fretta di avere le cose al tempo dovuto, restando
asserviti a un’economia della necessità. Non vuole sottostare alle leggi – pur blande:
si tratta solo di una culla, in fondo! – dell’uso e del consumo.
E’ altro l’ordine
temporale della vita umana, e non bisogna sciuparlo assecondando convenienze e
automatismi.
Gabriella
Caramore,
Pazienza, Il Mulino, Bologna 2014, p.
40.