Noi piantiamo semi che un giorno
nasceranno.
Noi innaffiamo semi già piantati, sapendo che altri li
custodiranno.
Mettiamo le basi di qualcosa che si svilupperà.
Mettiamo il lievito che moltiplicherà le nostre
capacità.
Non possiamo fare tutto, però dà un senso di
liberazione l’iniziarlo.
Ci dà la forza di fare qualcosa e di farlo bene.
Può rimanere incompleto, però è un inizio, il passo di
un cammino.
Un’opportunità perché la grazia di Dio entri e faccia
il resto.
Può darsi che mai vedremo il suo compimento, ma questa
è la differenza tra il capomastro e il manovale. Siamo manovali, non
capomastri; servitori, non messia.
Noi siamo profeti di un futuro che non ci appartiene.
Preghiera
comunemente attribuita al beato Oscar Romero, ma che fu pronunciata per la
prima volta dal cardinale statunitense John Francis Dearden (1907-1988). Dedicata da papa Francesco nel Natale
2015 come augurio al personale della Curia romana.