Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 31 dicembre 2015

UN PREZZO DA PAGARE – Nadia Vidale


Entro in ufficio, biglietto anonimo sulla scrivania: "Ha telefonato un genitore dicendo che dalla classe 4 X è stato rimosso il crocifisso a seguito di votazione". La segnalazione è chiaro indice di riprovazione. Nel territorio, come si dice, e dato il periodo, il tema è di quelli caldissimi. Se il genitore ha telefonato, pretende un intervento, e intervento sia, e vediamo di essere precisi.
Vado in classe, riferisco la notizia, chiedo se corrisponda al vero, gli studenti confermano.
"Ma, scusate, era forse VOSTRO???". Disorientamento tra i ragazzi, che questa no, che non se l'aspettavano, perché a scuola si fanno tante cose, ma i fondamentali vengono - ed è un problema grave, su cui dovremmo riflettere - sovente mancati.
I ragazzi capiscono al volo. Quel pezzo di legno lì non era loro, come non lo sono infissi, cattedra e porte delle aule. Bene pubblico, indisponibile ovviamente al capriccio dei singoli, ma esiste pure l'abuso della democrazia.
Si scusano: "Non lo abbiamo distrutto, solo messo sul ripiano sotto la cattedra!". Bene, ci siamo capiti, il crocifisso torna al suo posto. Ok, ok.
Si giustifica il rappresentante: "Sono stato io, ho chiesto se a qualcuno desse fastidio che il crocifisso venisse tolto, visto che qua ci sono alcuni atei e due musulmani. I cristiani - mi corre un brivido lungo la schiena, i cristiani, alla loro età se uno di noi parlava così poteva essere solo perché lo stavano interrogando in storia romana... - i cristiani hanno detto che loro non si formalizzano, non si tratta del pezzo di legno e in fondo siamo una classe multietnica - e qui forse ci sarebbe stato anche l'invito a consultare il vocabolario, ma ci avrebbe portato fuori tema, per stavolta lasciamo... - e una sola persona ha votato contro. Ora abbiamo capito che non potevamo farlo".
"Bene, ragazzi, alla prossima. Ah, comunque... quel signore lì che avete rimosso, ricorderei a onor del vero che non ha torto un capello ad alcuno e tuttavia è finito, come appunto dice il suo nome, crocifisso. Vedete un po' se non ci sia qualcos'altro che si potrebbe rimuovere prima...". Altro pensiero che mi accompagna, no? Io sono per la rimozione degli insegnanti di RC dall’organico della scuola pubblica, ma ho una croce minimalista in ufficio, che sta bene lì non perché non sia mia né per il R.D.1924 né per le radici cristiane eccetera eccetera.
Sta bene lì perché mi ricorda che può esserci un prezzo da pagare per chi non sta al luogo comune, e qualcuno ogni giorno lo paga.

Nadia Vidale, dirigente scolastico
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