Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

mercoledì 18 febbraio 2015

L’UCCELLO DI FUOCO E LA PRINCIPESSA VASSILISSA (4) – Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev (1826-1871)




Va e va, il baldo arciere arrivò ai confini del mondo e si fermò proprio sulla riva del mare; il valente cavallo vide un enorme gambero marino che strisciava sulla sabbia, e gli pose sul collo il suo pesante zoccolo. Disse il gambero marino:"Non uccidermi, lasciami vivere! Farò tutto quel che ti occorre!" Gli rispose il cavallo "In mezzo all'azzurro mare giace una grossa pietra, sotto questa pietra è nascosto l'abito nuziale della principessa Vassilissa; portami quell'abito!" Il gambero urlò con voce profonda per tutto l'azzurro mare; subito le acque ribollirono, da ogni parte s'arrampicarono sulla riva gamberi grossi e piccoli: una quantità prodigiosa! Il vecchio gambero diede loro un ordine ed essi si gettarono in acqua; un'ora dopo traevano dal fondo del mare, da sotto la grande pietra, l'abito nuziale della principessa Vassilissa.
Il prode arciere torna dallo zar, portando l'abito della principessa; ma di nuovo Vassilissa s'intesta: "Non ti sposerò" dice allo zar "finché non avrai dato ordine al giovane arciere di fare un bagno nell'acqua bollente." Lo zar ordinò di riempire d'acqua un pentolone di ferro, di riscaldarla il più possibile e, quando fosse bollente, di gettarvi l'arciere.
Ecco che è tutto pronto, l'acqua bolle, gli spruzzi volano; portarono il povero arciere. "Che guaio, questa sì che è una disgrazia!" pensa "ah! perché ho preso la piuma d'oro dell'uccello di fuoco? Perché non ho dato ascolto al cavallo?" Si rammentò di lui e disse allo zar "Zar sovrano! permetti che prima di morire io dica addio al mio cavallo" "Bene, vai a dirgli addio!" L'arciere arriva dal suo valente cavallo, e piange a calde lacrime. "Di che piangi, padrone?" "Lo zar m'ha ordinato di fare un bagno nell'acqua bollente" "Non temere, non piangere, resterai vivo!" gli disse il cavallo, e presto fece un incanto sull'arciere, perché il bollore non nuocesse al suo bianco corpo. L'arciere tornò dalla stalla; subito i lavoranti lo afferrarono e lo buttarono dritto nel pentolone; andò a fondo una volta o due e poi saltò fuori dal pentolone; era diventato così bello da non potersi raccontare nelle fiabe, né descrivere con la penna.
Quando lo zar vide ch'egli era diventato così bello, volle bagnarsi anche lui; come uno stupido scivolò in acqua e nello stesso momento si lessò. Seppellirono lo zar, e al suo posto elessero il baldo arciere; egli sposò la principessa Vassilissa e visse con lei lunghi anni d'amore e d'accordo.
Antiche fiabe russe, raccolte da Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev, Torino 1953, p. 105-106.


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