C’era
una volta uno stolto così insensato che era chiamato il Golem. Quando si
alzava al mattino gli riusciva cosi difficile ritrovare gli abiti che alla
sera, al solo pensiero, spesso aveva paura di andare a dormire.
Finalmente
una sera si fece coraggio, impugnò una matita e un foglietto e, spogliandosi,
annotò dove posava ogni capo di vestiario. Il mattino seguente, si alzò tutto
contento e prese la sua lista: ‘Il berretto: là’, e se lo mise in testa; ‘I
pantaloni: lì, e se li infilò; e così via fino a che ebbe indossato tutto.
‘Si,
ma io, dove sono? - si chiese all’improvviso in preda all’ansia - Dove sono
rimasto?’. Invano si cercò e ricercò: non riusciva a trovarsi.
Cosi
succede anche a noi.
Martin Buber,
Il cammino dell’uomo, Edizioni
Qiqajon, Magnano (BI) 1990, p. 47.