Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 3 maggio 2014

LA MADRE DI TOM - John Steinbeck (1902-1968)


Tom ristette sulla soglia, a guardare. La mamma s'era fatta, non grassa, ma pesante, materiale. Portava una vestaglia di flanella a fiori, ma il colore dei fiori era sbiadito, così che risultavano solo un poco più chiari del fondo, e la veste le scendeva fino alle caviglie. I piedi, larghi e nudi, si muovevano tuttavia con agilità, e senza rumore. I capelli grigi erano raccolti in un misero nodo sulla nuca. Mostrava nude fino al gomito le forti braccia lentigginose, ma le mani apparivano bianche, tondette, delicate, come d'una bimba grassoccia. Guardava nel sole. La sua faccia carnosa, senza esprimere dolcezza, era affabile, e disciplinata. Gli occhi marroni sembravano aver sperimentato tutte le tragedie, scalando a grado a grado il dolore fino alla vetta, per spaziare nelle supreme sfere d'una comprensione e d'una tranquillità sovrumane. Sembrava conoscere, accettare, gradire la sua posizione: era la cittadella della famiglia, la roccaforte inespugnabile. E siccome i mali e le paure potevano offendere il babbo e i bambini solo quand'ella ne avesse ammesso la sussistenza, aveva adottato il sistema di negarla. E poiché in ogni ricorrenza il babbo e i bambini guardavano lei per leggerle in volto i segni della gioia, ella s'era avvezza a crearla fuor da un nonnulla. Ma più balsamica che la gioia era la calma che palesava. La famiglia sapeva di poter contare sull'imperturbabilità della mamma. E dall'alta, umile posizione che occupava in casa, ella aveva derivato dignità, e una nitida, calma bellezza. Dalle loro funzioni risanatrici le sue mani avevano derivato sicurezza, freschezza ed efficienza. Nelle sue funzioni di arbitro ella era diventata remota e infallibile come una dea. Si rendeva conto che se vacillava lei, la famiglia tremava; se lei tentennava o disperava, la famiglia crollava.
John Steinbeck, Furore, Bompiani, Milano 1940, p. 44
Titolo originale: The grapes of wrath, Copyright 1939 John Steinbeck


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