Oggi riparare è una
quasi parolaccia. Chi ripara non fa girare l’economia. La scuola conosceva il
«riparare a settembre», promozione rinviata e certo non scontata alla fine dell’estate.
Oggi il vocabolario dell’economia ha sconfinato e si parla orribilmente di
«debiti scolastici» da colmare. Colmare un debito? Ripagare? Non si trova
nemmeno l’espressione giusta, a scuola.
Ma riparare è parola
di scuola.
Chi insegna sa l’arte
del riparare. Sa che la scuola può riparare all’ingiustizia di un’infanzia che
non ha conosciuto chi leggesse storie la sera o giocasse al gioco di far
sentire il bambino e la bambina importanti come un re o una regina. O riparare
a un difetto di lettura, o di calcolo.
Chi insegna non crede, ma sa che si può migliorare, che a scrivere meglio si impara continuamente, che anche le vite
possono essere riparate.
Mariapia
Veladiano, Parole di
scuola, Trento 2014, p. 69