Il filosofo indiano
J. Krishnamurti una volta affermò che osservare senza valutare è la forma più
elevata di intelligenza umana.
Per la maggior parte
di noi, è difficile osservare le persone e i loro comportamenti senza
mescolarvi giudizi, critiche o altre forme di analisi.
La Comunicazione Non
Violenta richiede di separare l’osservazione dalla valutazione. Non ci obbliga
a essere completamente obiettivi e di abolire ogni giudizio. Ci chiede soltanto
di separare le nostre osservazioni dalle nostre valutazioni. La Comunicazione
Non Violenta è un linguaggio di processo che scoraggia le generalizzazioni. Al
contrario, le osservazioni dovrebbero essere circostanziate nel tempo e nel
contesto.
Attribuendo etichette
alle persone, tendiamo ad assumere nei loro confronti atteggiamenti che
contribuiscono a generare i comportamenti stessi che ci preoccupano, il che poi
lo vediamo come una ulteriore conferma della nostra diagnosi.
Marshall
B. Rosenberg, Le parole sono finestre, p. 48, 50, 107.