Nella nostra lingua c’è
una parola che ha un fortissimo potere di creare vergogna e senso di colpa.
Questa parola violenta, che usiamo comunemente per giudicare noi stessi, è
talmente radicata nella nostra coscienza che molti di noi non saprebbero
immaginarsi come vivere senza di essa. Si tratta del verbo “dovere”, quando lo
usiamo in frasi come “avrei dovuto saperlo” oppure “non avrei dovuto fare
questo”.
La maggior parte
delle volte in cui usiamo questa parola verso noi stessi ci impediamo di imparare,
perché essa implica che non abbiamo scelta. Gli esseri umani, quando sentono
una pretesa di qualunque tipo, tendono ad opporvi resistenza perché la pretesa
minaccia la loro autonomia, il loro forte bisogno di poter scegliere.
Marshall
B. Rosenberg, Le parole sono finestre, p. 157-158.