Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 6 aprile 2013

IL CAMPO DI RUMI - Marshall B. Rosenberg



Il poeta sufi Rumi scrisse una volta: «Al di là delle idee di sbagliato e giusto, c’è un campo. Vi incontrerò là».
La comunicazione che aliena dalla vita, invece, ci intrappola in un mondo di idee su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato – un mondo di giudizi; è un linguaggio pieno di parole che classificano e creano divisione tra le persone e le loro azioni.
Un tipo di comunicazione che aliena dalla vita è l’uso di giudizi moralistici che implicano il torto o la cattiveria di quelle persone che non agiscono in armonia con i nostri valori. Incolpare, insultare, umiliare, etichettare, criticare, fare paragoni sono tutti tipi di giudizi.
Quando parliamo questo linguaggio, giudichiamo gli altri e il loro comportamento, e ci preoccupiamo di decidere chi è buono, chi è cattivo, chi anormale, chi responsabile, chi irresponsabile, chi sveglio, chi ignorante, …
Concentriamo la nostra attenzione sul classificare, analizzare e determinare livelli di “torto”, anziché sull’individuare quello di cui noi e gli altri abbiamo bisogno e che non otteniamo.

Marshall B. Rosenberg, Le parole sono finestre, p. 35-36
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