Noi sappiamo e
pensiamo troppo: chi siamo, come siamo, dove andiamo, chi dobbiamo incontrare,
chi amare, chi no, chi ci deve attrarre e chi dobbiamo respingere...
Ma il mistero è una
sostanza, il farmaco dell’anima, la sua vera casa: ogni giorno bisogna ricordarsi,
ogni volta che serve, che c’è un Amico Sconosciuto che abita la nostra
profondità. E’ lui che non ama le nostre opinioni, il sapere che abbiamo
ricavato dai modelli dominanti.
Solo se non sai
niente, solo se non sai se vai bene o no, puoi arrivare da qualche parte…
L’anima ha bisogno che noi ragioniamo così, che ci ripetiamo queste parole: “Io
non so niente di me, vediamo oggi il mistero che cosa mi porta”.
Raffaele
Morelli,
L’unica cosa che conta, Milano 2010,
p. 32